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Dolce profumo di casa..

30 D'Autunno / Sera

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    continua da qui..
    Egon Klein
    Narrato
    Parlato
    Pensato


    Camminare fino a raggiungere casa fu..un tantinello stancante,forse perchè aveva trascorso davvero tanto tempo in palestra,forse perchè si era sforzato più del dovuto...e soprattutto perchè aveva fatto a botte con un tipo che non era rimasto li a farsele dare e che aveva combattuto alla grande.
    Insomma,era davvero ben scosso ora,il volto faceva male..le gambe tremavano,le braccia pungevano...e di sicuro aveva su qualche filo di febbre,se ne rendeva conto soprattutto dal naso freddo e gli occhi lucidi.
    Camminò piano,tenendo il rosso ben stretto a se,facendogli passare un braccio sulle spalle..e giocando con il braccio dall'altra parte del busto.
    Era finalmente passato il momento nero,avevano trovato il modo di mettersi alle spalle l'enorme litigio a tre code che li aveva visti partecipi qualche momento prima...e bhe,si sentiva meglio,almeno moralmente.
    Quella sera faceva davvero freschetto,forse sentirlo cosi apertamente era pure causa delle tute da ginnastica,ma..quando si erano cambiati,non avevano previsto di fare cosi tardi...e per questo,Egon non aveva pensato di portarsi dietro qualche ricambio...o cappotti,felpe...o..qualsiasi altra cosa.
    Ok..ora stava girando sporco di sangue per la...centesima volta probabilmente..ma la cosa non gli creava alcun problema.
    Mentre la sera brillava in cielo,Egon si fermò presso una semplicissima bancarella e tenendo Aris per mano,chiese all'uomo quale prezzo avessero quei...palloncini colmi di farina che vendeva.
    Non veniva molto...e cosi ne prese due,uno rosa..e un azzurro...i colori più belli che c'erano.
    Erano dei piccoli anti stress,lo si vedeva dalla loro faccia spumosa e dal contenuto morbido..e poi,erano anche belli da guardare,da tenere in mano...perfetti per giocarci..ma facilmente rompibili.
    Egon porse ad Aris il rosa e gli sorrise....era un piccolo regalino,delicato e bellissimo.
    Si incamminò ancora una volta verso casa,camminando piano finchè non la raggiunse...e lasciando un attimo la mano di Aris,prese le chiavi ed entrò in casa.
    L'odore di pulito,di buono e di sicurezza lo invase,e mentre i cuccioli saltavano allegri come dei piccoli grilli,Egon prese la mano di Aris e lentamente entrò in casa...la casa che finalmente sembrava essere di nuovo il covo di due innamorati.
    Ciaao..piccoli amorini...
    Disse inginocchiandosi per abbracciare i cuccioli,Albiccocca ormai sembrava un batuffolo di piume..tant'era grassottello e morbidone..mentre Nox era sempre più agile,dal pelo corto...e furbo,davvero furbo.
    Egon li prese entrambi in braccio e si rialzò poco dopo,portandoli verso Aris;sorrise al ragazzo mostrandoglieli...e poco prima di metterli giù,gli accarezzò il pancino..sentendolo quasi 'vuoto'.
    Avete fatto pappa piccini?
    Domanda più retorica di quella non poteva esistere,perchè oltre al ~Wof sonoro e distinto dei cuccioli,poteva udire ben poco;camminando piano verso la loro cuccia,li mise giù sperando di poter rientrare senza farsi seguire,ma Nox gli si appiccicò alla gamba,graffiando e tirando verso il basso,volendo indubbiamente richiamare la sua attenzione.
    Nox! Stai Giù...cosi mi graffi....forza,forza...andiamo di la..su..
    Disse lui rimproverandolo col tono dolce ma deciso,e lo rimise giù chiudendo la porta..lasciandoli stare li in casa.
    Dopo aver raggiunto il mobiletto dove teneva la loro pappa,ne prese un po' e la divise in due parti,consegnandone un po' per uno;odiava l'odore di quella specie di..nutrimento,e si chiedeva spesso come mai i cani la mangiassero senza storcere il naso,non avevano l'olfatto più sviluppato rispetto agli esseri umani? quindi come facevano a mangiare con tutto quel tanfo in giro?
    Ecco...ecco la vostra amata pappa...
    Sussurrò tutto tranquillo mentre li osservava mangiare pieni di gioia e teneri come due pulcini.
    Ovviamente ora toccava al rosso,non mangiare...ovviamente....avrebbero litigato senza logica,al piccolo rosso toccavano un po' di coccole;Egon voleva farsi perdonare...pur mantenendo alto il livello di orgoglio che si portava dietro,però..non sapeva proprio come fare.
    Lo amava,come i fiori amano la luce,come il mondo ama l'acqua.
    Avanzò verso il lavello e si lavò accuratamente le mani,asciugandole poco dopo con uno strofinaccio color arancio.
    Sorrise al rosso,ed evitando i cuccioli si avvicinò allo stesso,stringendolo in un abbraccio e baciandogli piano la spalla.
    Le luci della casa erano impostate sul livello medio,il calore che emanavano era il giusto...quello adatto ad una serata tranquilla,i caloriferi erano entrati in funzione...e si stava bene,veramente bene.
    Avrebbe voluto proporgli un bagno caldo,ma per prima cosa..gli passò in mente il fatto che...avesse la ferita praticamente aperta,perciò..si spostò di poco,slegando l'abbraccio e facendogli una lievissima carezza sulla guancia.
    Si allontanò anche da lui,quanto bastasse per prendere l'occorrente dalle bustine della farmacia..e ne tirò fuori garza e nastro adesivo medico;sorrise al rosso..e prima di spogliarlo per medicarlo..sussurrò..
    Tesoro...posso medicarti?
    In un certo senso nelle sue parole c'era scritto 'fammelo fare,altrimenti peggiorerà'...però..non poteva forzarlo,non sarebbe stato il massimo dopo quel litigio.
    Intanto...preparò il solito tavolinetto...e dopo corse ad adagiarsi contro la morbidezza del divano,emettendo dei versi assurdi,compiaciuti e simboleggianti il rilassamento più totale.
    Ahhh...amo questo divano..uhm...mm..
    Mormorò allegro mentre rotolava sul divano,ridendo come uno scemo.
     
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    Aris Lewis

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    Il viaggio di ritorno fu abbastanza strano. Aris era contento di essere tornato a piedi e nonostante non avesse fatto poi gran che in palestra, almeno a livello fisico e sportivo, era stanco anche lui. Voleva solo arrivare a casa e buttarsi a letto. Anche l’ida di fare una doccia non era male ma era fin troppo stancante. O Egon lo prendeva, se lo metteva nella vasca e lo lavava, ma gli rimaneva difficile da credere visto che sembrava sul punto di crollare, o si sarebbe lavato un altro giorno.. quello seguente magari.
    All’inizio aveva pensato che Egon fosse silenzioso perché non voleva parlargli, che fosse zitto perché era ancora offeso, ma poi, osservandolo bene, aveva visto che non.. non stava bene ecco.
    Così poi si era lasciato abbracciare e a sua volta aveva circondato la vita di Egon con il suo braccio e gli aveva messo la mano in tasca, non per frugarci dentro ma per poter stare attaccato a lui, per poterlo abbracciare in maniera comunque delicata, sorridendogli di tanto in tanto.
    Fa freddo.. no?
    Sì, non faceva quel freddo pungente e terribile, rigido, dell’inverno, no, ma comunque bisognava pensare che erano ancora sudaticci della palestra e del litigio.. quindi anche il minimo soffio d’aria si sentiva.
    Rabbrividì subito, fino alla punta dei capelli e si strinse di più al moro, cercando di tenere caldo anche lui visto che sembrava davvero distrutto e quando si era stanchi il freddo si sentiva il doppio.
    Strada facendo il moro aveva deciso di passare per una bancarella e Aris lo aveva seguito curioso sì, ma meno frizzante del solito perché era stanco e un po’ dormiva in piedi.
    Lo seguì e osservò quei cosi.. quei puffoli e voleva stringerli tra le mani, spremerli e capire che consistenza avessero. Esultò quando li comprò perché era come se gli avesse letto nel pensiero, come se avesse capito che se non li avesse presi, il rosso sarebbe stato sveglio tutta notte sognando di averli tra le mani stringendoli fino a quando non li avesse rotti spargendo tutto ciò che c’era dentro in giro .
    Sentiva già le mani prudere e quando gli diede quello rosa, strizzò il suo ragazzo in un abbraccio pieno di gratitudine e di eccitazione e dopo avergli dato un bacio sulla guancia, prese il cosino tra le mani e iniziò subito a pastrugnarselo.
    Lo sentì, morbido e allo stesso tempo era lì che opponeva quella certa resistenza sotto le dita, dovuto alla plastica del palloncino che era malleabile ma imponeva un certo limite.
    Aris gli fece fare le facce più assurde di questo mondo, ridendo tra sé e sé e mostrando al moro quello che faceva ridacchiando perché quei giochini erano semplicissimi sì, ma facevano di quelle facce così assurde e divertenti che gli veniva fin troppo da ridere.
    Apprezzava quel regalo perché se gli avesse regalato un anello, un diamante o .. qualcosa di costoso, non avrebbe avuto lo stesso valore.
    Egon aveva capito che per conquistarsi Aris, per vederlo felice, bastava qualche chincaglieria, come un cucchiaio bucato, una puffola come quella che stringeva in mano o quella che gli aveva regalato Egon tempo prima o anche una caramella.
    E’ morbidissimo!
    Ed era elettrizzato.
    Tutta quella sua energia passò praticamente quando arrivarono davanti a casa di Egon… amava quella casa, era legata ai suoi ricordi più belli ma… dopo quello che era successo, a parte per prendere e indossare la tuta, non ci era più entrato e.. non era sicuro di volerlo fare.
    Entrò dentro in maniera circospetta.. non era sicuro di cosa ci sarebbe stato dentro, se ci sarebbe stato ancora il sangue lì, il muro graffiato dallo sparo e dal proiettile che era rimbalzato sulla scala metallica..
    Invece no.. pareva che non fosse successo nulla. Adesso che aveva il tempo di potersi guardare intorno, vide che sembrava che quella casa fosse stata linda e immacolata, come se non fosse successo nulla.
    L’arrivo dei due cuccioli lo distrasse sufficientemente per non irrigidirsi in maniera drastica e iniziare a sclerare lì, seduta stante.
    Oooh!! Nox! Albicocca!
    E iniziò a trottare e a ronzare attorno al moro perchè anche lui voleva accarezzarli e stringerli per poterli sbaciucchiare.
    Teneri loro!
    Appena li mise a terra, Aris andò lì a spupazzarseli. Albicocca era un patatone, mentre Nox era sveglio, scaltro e dall’aria parecchio intelligente. Aris non sapeva perché, ma era certo che, una volta cresciuto, sarebbe diventato uno di quei cani che, per gli altri, era meglio evitare.
    Pappa, pappa! Diamogli la pappa!
    Prima Aris era quasi lì a contar loro i bocconi perché non si capacitava della quantità di cibo che mangiavano ma dopo quello che era successo e aveva avuto paura che potessero morire, voleva rimpinzarli di cibo fino a quando non sarebbero scoppiati.
    Così come aveva pensato, il caratterino di Nox venne fuori e si placò solo quando Egon lo richiamò all’ordine.
    Secondo te dovremmo addestrarlo?
    Insomma era un ribelle ma probabilmente era anche uno che aveva un gran potenziale e bisognava solo capire come sfruttarlo.
    Li guardò mentre stavano mangiando, tutti attivi e pieni di sé, tutti allegri e intenti mentre erano pronti a mangiare e mentre mangiavano.. erano voraci, non c’era che dire e tutto questo rallegrò Aris che pensava sarebbero rimasti segnati dalla loro brutta esperienza.
    Quando poi Egon lo abbracciò, ricambiò calorosamente, stringendoselo vicino, amandolo con tutto se stesso e riempiendolo di bacini, pronto ad andare a letto così, nella stessa posa, solo orizzontali.
    Stava bene così, in casa, con quella luce e quel calore.. improvvisamente gli era venuto un attacco di sonno e nel giro di poco si era trovato a sbadigliare con uno di quegli sbadigli profondi e decisamente rilassanti, uno di quelli che ti fanno venire la lacrimuccia ai lati degli occhi e che poi ri fanno sentire di nuovo pronto.
    Lo vide trafficare e prendere quello che avevano comprato dalla farmacia e allora capì.
    Lo ascoltò e quando lo vide fare quei versi rise e gli andò vicino, come se avesse dovuto fargli un agguato, per poi stendersi di fianco a lui e baciargli il mento.
    Daaai, Egooon! Se fai così… poi.. insomma.. .. io mi emoziono..
    Ed ecco che da “eccito” ci si era ridimensionati ad “emoziono”, per l’imbarazzo.. ma non poteva farci nulla se poi, ogni singola cavolata come un’esclamazione compiaciuta o altro, lo accendevano come una lampadina.
    Mh… va bene.. ma prima ti medico io!
    E come un grillo aveva preso il cotone e il disinfettante e mettendone un po’ sul cotone aveva preso a pulire con estrema delicatezza il viso di Egon dal sangue secco e ormai rappreso lasciandogli solo le croste in modo tale da non farle sanguinare ulteriormente.
    Non si sarebbe detto, ma Aris era molto, molto preciso su quelle cose. O almeno lo era con gli altri.
    Così aveva pulito ogni singola ferita e quando ebbe finito, fece la tipica cavolata.
    Prese la benda elasticizzata, quella che avevano comprato in farmacia e iniziò a bendare la testa di Egon… voleva solo coprirgli le ferite e invece, nel giro di poco, fece aveva reso il suo fidanzato una mummia.
    Mh.. così va bene!
    Disse soddisfatto con lo sguardo di chi aveva appena fermato un imminente tragedia.
     
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    Egon viveva in casa con tre cuccioli, già proprio tre, albicocca..nox ed Aris.
    Vederlo ammattire dietro ai cuccioli euforici fu divertente, quella piccola visione sembró rallegrargli davvero la serata, facendogli dimenticare per un po' tutti i problemi affrontati nel pomeriggio.
    Era bello attivare con qualcuno a fianco, era bello vederlo rilassato, allegro e frizzante come non mai.
    Vederlo rincorrere i cuccioli fu esilarante...ed Egon ridacchió per un po' di tempo.
    Quando poi il rosso parló di fare addestrare il cucciolo,Egon sorrise e scosse piano il vapo.
    No,Nox non era cane da addestrare, era troppo buono per finire chissà in che centri di violenza sugli animali...ok forse il poliziotto è un po apocalittico.. ma si fidava poco della gente ormai.. inno non avrebbero portato il cucciolo da nessuna parte non sono fatte per farlo distrarre
    Uhm..quando sarà più grandicello..capirà bene le regole..ora è un piccoletto,vuole giocare...vuole attenzioni...è normale che sia cosi birbante...Albicocca invece è più...riflessivo...si può dire di un cane?
    Ovviamente voleva spiegare al rosso il motivo della sua decisione, è così fece, sperando di farvi gli capire molte cose.
    Anche se alla fine... c'era proprio poco da capire.
    Quando si era sdraiato sul divano... ed aveva emesso.. quei suoni un po' bizzarri,non aveva pensato al fatto che Aris potesse reagire in modo tanto tenero e sibcero..ed in un certo senso...era proprio contento di poter scatenare in lui quello strano tipo di emozioni..e...bhe..sinceramente si sentiva un po' incuriosito...se lo avesse fatto di proposito? Ogni giorno,ogni ora,ogni anno della loro vita?
    A saperlo...mi viene quasi voglia di fare questi versi per il resto della notte...ahaha
    Sussurró ridacchiando..sebbene fosse decisamente serio;era davvero incuriosito dal tipo di reazione che il rosso poteva avere in quel contesto..ed in un certo senso aveva proprio voglia di stuzzicarlo..anche se non lo fece subito..visto che preferiva di gran lunga medicarlo.
    Sorrise e se lo trascinó contro facendogli qualche coccola.
    E' buffo che tu possa...emozionarti per un singolo...gemito tranquillissimo...però mi diverte davvero molto la cosa...
    Glielo confessó apertamente..e quando lo vide trafficare con garza,bende e disinfettante,lo immaginó come una piccola infermierina premurosa..e stranamente non ci vide niente di sessualmente esplicito.
    Il colore chiaro del disinfettante cadde sul piccolo covo di cotone..ed Egon ne seguì la scia tutto allegro,notando quanto il rosso fosse preparato in materia,data l'enorme precisione usata nel ripulire le ferite.
    Era davvero bravo,ripuliva attentamente ogni ferita,le sfiorava con dedizione..senza tirar via la piccola crosta protettiva.
    Era..bello e triste allo stesso momento.
    Bello perché Aris gli stava davvero dando attenzione,lo stava curando con amore,passava piano le dita leggere su ogni ferita;triste perchè era segno che il rosso aveva..da sempre...dovuto cavarsela da solo,che avesse imparato a curar le ferite..a furia di curarle appunto.
    Quanfo il piccolo furetto rosso arrivó alla ferita sul sopracciglio,Egon indietreggió di poco;quel dannato disinfettante bruciava come le fiamme dell'inferno.
    Ah!...ss...
    Sospiró lamentandosi di poco,lasciandogli comunque terminare l'opera d'arte.
    Alla fine era tutto disinfettato...quasi da capo a piedi..e sorrideva come uno scemo.
    Era semplicemente molto felice..e soddisfatto.
    Ecco che poi il rosso prese le bende ed inizió a bendarlo per intero,riempiendolo di..stoffa su ogni angolo ferito.
    Ar..non starai usando un po' troppa benda?
    Si vide praticamente mummificato,rinchiuso in cento metri di bende e pronto ad essere chiuso in un sarcofago..per l'eternitá.
    Rise,rise di gusto e quando lo vide fissarlo con tanta sicurezza,capì che..si..aveva fatto uno dei auoi tipici pasticci.
    Il poliziotto si alzó ridendo..e corse a specchiarsi sul vetro scuro del fornetto;era seriamente una mummia ora..davvero,era totalmente avvolto da bende di ogni genere,e gli si vedeva appena il volto.
    Rise davvero molto,piegandosi in avanti come una molla e tenendosi dal forno per non cadere.
    Aaaaris.....ora sono una mummia...
    Ok..durante hallooween aveva vestito abiti simili,come ad esempio un faraone..un vampiro e schifezzuole varie..e quindi la cpsa lo divertiva molto...si sentiva un po' come in un film..dov'era il protagonista invitato ad una festa in maschera..creata giú da una scodella di succo al mirtillo e tante patatine.
    Egon finse di sfilare..elencando tutti i pregi di quel piccolo costume,e quando si voltó verso il rosso..fece dei versetti da mummia e gli andò contro scherzando,mordicchiandogli le dita e le orecchie.
    ora però ti mangio....
    Canzonó prendendolo in braccio per farlo roteare verso il cielo e farlo saltellare come una piccola pulce.
    Erano belli assieme,erano la luna ed il sole,erano la notte e il giorno,si completavano alla perfezione,vestendo il ruolo di quel tassello..da sempre mancante.
    Preso dall'euforia,Egon raccattó diversi cerotti colorati ed inizió ad appiccicarli sulla fronte del rosso,dicendogli chr..se lui era il principe dele mummie,Aris sarebbe diventato il principe dei cerotti.
    Certo..se qualcuno li avesse visti..avrebbe pensato di aver a che fare con due matti psicopatici,ma..a vederli ora,sembravano due ragazzini pieni di giois,di aspettative,di voglia di giocare.
    Lo sai,con tutti questi cerotti in fronte...sembri un peluche...e sei bellissimo...
    Commentó il moro portandolo verso il divano,dove si sedette..facendolo sdraiare a pancia in giú sulle sue ginocchia.
    Gli accarezó la schiena..e senza malizia giocó con i suoi glutei,picchiettando sugli stessi con due dita.
    Ora però tocca a me medicarti...susu,andiamo culetto...forza!!
    Disse ridacchiando e sollevandolo di peso,per poi lasciarlo sdraiare sull'altro lato del divano.
    Sollevata la maglia,il poliziotto vide con piacere che..non era uscito troppo sangue..e che la fascia elastica aveva svolto perfettamemte il suo lavoro;pian piano sciolse l'abbraccio di garza ed inizió a passare del disinfettante lungo i segni lasciati dalla fascia.
    Il rosso sembrava un piccolo salsicciotto morbidone.
    Oh,che divertente...ti è rimasto il segno dell'elastico...sembri un piccolo salsicciotto ora...
    Disse Egon tutto allegro mentre iniziava a disinfettare la ferita vera e propria.
    Si poteva tranquillamente notare la via di guarigione giá imboccata..il che era seriamente positivo;era segno di una ripresa..anche da parte del rosso stesso.
    Dimmi...cosa ti è piaciuto di più della palestra?
    Chiese poi Egon curioso appena dopo aver sistemato un nuovo impacco disinfettante sulla ferita del ragazzo.
    Era..si..curioso di sapere cosa lo avesse colpito maggiormente li dentro.
    Sicuramente era stato ebtusiasmente per l'altro,Egon stesso ricordava le sue espressioni compiaciute.
    Forse il tappeto..forse yoga...oppure il tappeto per correre...insomma..era tutto bello li dentro.
    Una notte di queste...voglio venire a lavoro da te....
    Disse poi di botto,senza un motivo ben preciso.
    Ma...dannazione..era geloso da far venire i brividi...e si..quella sarebbe stata l'occasione perfetta per imparare a gestire la rabbia.
    Giuro che me ne starò buono...

    Edited by -PruX! - 15/8/2013, 16:24
     
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    Aris divenne rosso come un pomodoro quando il moro disse che prima sarebbe andato avanti tutta la notte e poi che era strano che si.. eccitasse.
    Ma che ci poteva fare? Egon non aveva passato i diciassette anni? Le tempeste ormonali e la voglia di farsi tutto ciò che si muoveva?
    Per il rosso era diverso, lui mirava solo ad Egon e non agli altri, ma quella voglia era la stessa, mirata solo ad una persona.
    Perché ti diverte?
    Domandò incuriosito e imbarazzato.
    Quando poi passò al bendaggio, rise di gusto e continuò a fasciare il moro fino a quando non lo rese una vera e propria mummia. Era.. divertente!
    Lo vide alzarsi, ridere e quando gli disse che lo avrebbe mangiato, Aris si accovacciò sul divano, ridendo come un matto e lanciando gridolini divertiti ed eccitati. Nella sua fantasia Egon era davvero una mummia. Era forte!
    No, no, io non sono commestibile! Sono tutto ossa!
    E quando lo prese per giocarci, per mordicchiarlo, rise il doppio.
    Aiuto, aiuto, qualcuno mi aiuti!
    E cercò di spingere via Egon ma senza spingerlo davvero. Erano spinte amichevoli, dolci e nel frattempo se lo sbaciucchiava tutto.
    Si lasciò incerottare e rise ancora, facendogli gli occhi dolci, per gioco quando gli disse di essere un peluches.
    Abbracciami!
    Disse imitando quegli orsacchiotti che parlavano.
    No, tu sei bellissimo!
    Quando poi Egon se lo calcolò, accarezzandolo sulla schiena, in quel modo, da una parte si eccitò e si sentì perché qualcosa di consistente iniziò a premere contro la gamba di Egon.
    Dall’altra parte si rilassò.. un po’ come quando gli accarezzava i capelli.. era già sulla via di dormire..
    Era rilassatissimo, come un gatto, ma nonostante il moro stesse facendo tutto delicatamente, le carezze giocose sulle sue natiche si fecero sentire e la reazione del rosso.. fu abbastanza evidente.
    Ridacchiò con lui e sculettò quando lo chiamò così per poi fingersi effemminato.
    Uuuh, caaaro, certo che mi sposto!
    E poi scoppiò a ridere.
    Quando Egon lo sollevò in braccio rise di gusto, aggrappandosi a lui per restare in equilibrio per poi fingere di tentare una fuga anche quando sapeva benissimo che non sarebbe scappato anzi.
    Tranquillamente si lasciò spostare la maglia per poi disinfettare la ferita e sospirò di sollievo nel sentirsi togliere la garza che faceva da venda perché era stata messa leggermente più strettina del dovuto e la pelle sotto era arrossata.
    Storse un po’ le labbra quando il disinfettante iniziò a bruciacchiare sulla pelle perché dava fastidio e lo guardò un po’ infastidito.
    Si osservò e guardò l’effetto che l’elastico aveva lasciato sulla pelle… rimase perplesso e per un attimo parve come adombrarsi.
    Sono… ingrassato..
    Se così non fosse stato, la tuta non gli avrebbe lasciato il segno dell’elastico sulla pancia. Non gli piaceva l’idea.. lo metteva a disagio.. sapeva che anche se fosse stato non sarebbe stato un vero e proprio problema, però anche se avesse messo un grammo.. si sarebbe sentito comunque uno di quei ragazzi orribilmente sovrappeso.
    Del resto non era difficile immaginarselo perché se così, da anoressico qual era si vedeva giusto, appena avesse messo un kilo si sarebbe visto come un obeso patologico.
    Comunque non ci diede poi molto peso e si concentrò sul bruciore del disinfettante che da semplice pizzichio si era trasformato in bruciore e poi in una sorta di ustione. Era dannatamente bruciante quel coso!
    Ssh! Brucia!
    Ma non si sottrasse perché sapeva che era una cosa.. bene o male positiva. Era giusto che bruciasse, altrimenti che disinfettante poteva mai essere?
    Della palestra?
    E si fermò un attimo a pensarci.
    Il sollevamento pesi!
    Sì, si era sentito potente, forte, sicuro di sé. Ma poi rise e scosse la testa grattandosi distrattamente i capelli.
    Mi sei piaciuto tu che ridevi.. e correvi sul tappeto.
    Disse in tutta onestà. Sì, Aris non era uno sportivo.. gli sarebbe piaciuto esserlo ma era difficile con il suo fisico. Ciò nonostante era vero: vedere Egon correre come una pantera e poi ridere in tranquillità lo aveva fatto felice.
    Ma anche Yoga mi è piaciuto.
    Si era divertito, prima con il riscaldamento e poi con gli esercizi.. gli era piaciuto davvero. Non era stato faticoso e aveva visto i risultati fin da subito. Con il corpo elastico che si ritrovava.. non ci voleva molto.
    L’scita sul voler andare al lavoro con lui, in un primo momento si accese di gioia ma poi.. pensò subito alle possibili conseguenze.. insomma.. Aris non voleva che il poliziotto potesse prendere a pugni e a calci tutti lì dentro.. anche perché al di là di chi ci andava solo per provarci con tutto quello che si muoveva, sapeva anche che avrebbero beccato qualche spacciatore.
    Alla fine il rosso si riforniva anche lì, in passato, quindi era logico che avrebbe trovato gente come il farmacista.
    Mmh.. sei sicuro…?
    Lui non era così certo che fosse così bello l’andare insieme…
    … Non è che poi ti arrabbi…?
    Lui lo avrebbe portato volentieri con sé.. ma dopo gli ultimi avvenimenti, da parte di entrambi, non gli piaceva nemmeno un po’ l’idea..
    Poi…. Finirei con il lanciare drink addosso a chi ci prova con te..
    Si fermò a riflettere.
    Vuoi andare domani sera? Però stai attaccato al bancone dove servo.
    Disse con aria soddisfatta di chi ha trovato un piano eccellente. Ovviamente Aris scherzava, era una considerazione buona e un po’ possessiva, ma con la certezza che se Egon si fosse allontanato per ballare o per scambiare due parole con qualcuno, non lo avrebbe picchiato a sangue ecco.
    Ci mettiamo alla prova?
     
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    Era bello divertirsi con quel poco che avevano,coccole..sorrisi..tenerezze e abbracci vari.
    Molta gente perdeva tempo nel fare valige,correre da una parte all'altra di un qualsiasi aeroporto,per buttarsi a capofitto in vacanze assurde..all'insegna di un divertimento inesistente.
    A loro invece..bastava soltanto una camera,un giochetto tranquillo..e bhe..del tempo.
    La reazione di Aris a tutte quelle carezze coccole,fu più che motivata.
    Egon sorrise nel sentirlo cosi..coinvolto e gli fece qualche carezza,facendomi poi delle smorfie tranquille.
    Mi diverte perchè...mi piace vederti...cosi...
    Disse rispondendo alla sua domanda.
    In effetti non aveva un proprio perchè,semplicemente..sapeva che per Aris era tutto nuovo,che quel mondo tanto caldo non era esistito prima,che lui non aveva mai visitato.
    Inoltre..il non conoscere il sesso,non gli permetteva di controllarsi...ed ogni reazione veniva fuori alla luce del sole.
    Quando la leggera erezione del rosso si spinse contro le sue gambe,Egon sorrise deliziato,soprattutto perchè..era proprio lui a far partire il piccolo,a fargli avere quel tipo di reazione.
    Lasciata da parte l'eccitazione,i due iniziarono a ridere come due scemi..ed Egon era talmente preso dal gioco...da voler rincorrere il rosso
    e fargli il solletico fino alla follia.
    Nooo..io ti mangio...gnam..gnam...
    Sebbene Aris avesse parlato dell'essere pelle e ossa,Egon continuó a mordicchiarselo per bene,lasciando sulla sua pelle una grpssa scia di baci e succhiotti dolcissimi.
    No,non era proprio pelle e ossa,ok..forse un pochino lo era,ma Egon poteva perfettamente vedere i cambiamenti,i risultati di quella nuova vita..cosi piena di..calma.
    Ceeerto,mio piccolo orso abbraccia tutti...
    Il poliziotto se lo spupazzó per bene seguendo il tono di voce di quello che..doveva essere un peluche.
    Lo strinse,lo strinse tanto...e mentre si chinava,rimase col mento ancorato all'incavo del collo del rosso,inspirando il suo odore,baciando appena la base del suo collo,giocando con la sua pelle ed il lobo dell'orecchio.
    Vederlo sculettare fu come..giocare con una tanica di benzina davanti ad un caminetto...
    Mi piace il tuo sederino,non lo scuotere cosi..altrimenti anch'io mi 'emoziooono'...
    Brontoló giocherellando,ammettendo comunque che..lo stava eccitando.
    Insomma,il rosso aveva tutto ció che Egon potesse cercare in un compagno di letto;il rosso era bello,slanciato,gambe strette e magre,fianchi leggermente pronunciati..fattezze da ragazzino...viso tenero e sedere perfetto,preciso..tondo e sodo da poter sembrare finto..ed incollato li per caso.
    Davvero ti sono piaciuto?
    Ok,parlare della palestra..e scoprire che il rosso lo aveva guardato mentre si allenava...era davvero favoloso,era un po' come esere un pittore..e dipingere il volto dell'amato mentre questi sbirciava di nascosto.
    Mwntre attendeva la risposta,aveva terminato a dovere l'opera di 'fa il solletico al tuo ragazzo' e lo aveva sculacciato perchè aveva detto di essere ingrassato;ovviamente il moro non aprì la discussione cibo,sapeva che avevano due diversi modi di pensarla,lui stravedeva per un enorme piattone di pasta al sugo,Aris se mandava giú una mandorla..era okay per una settimana intera;certo..avrebbe voluto parlarne..ma..valeva davvero la pena..distruggere quel momento tanto carico di felicitá?!
    No,non ne valeva la pena..e poi..Egon aveva ormai capito che doveva dare ad Aris..molto tempo,davvero molto..affinchè potesse iniziare a fidarsi della vita,fidarsi di se stesso.
    L'argomento lavoro poi,era davvero da valutare in quel momento.
    Era ovvio che Aris gli facesse quel tipo di domanda,non sarebbe stato facile dimenticare l'accaduto in farmacia..e quindi il dubbio smuoveva tranquillamente l'animo del piccino.
    Egon sollevó le spalle,annuendo col capo.
    Mmm..sai quando..sei sicuro di qualcosa...ma non sei sicuro della stessa...nel momento stesso?
    Piccolo gioco di parole che lasciava intuire il suo non essere propriosicuro.
    Da un lato aveva voglia di provarsi,di vedere fino a che punto avrebbe retto,dall'altro aveva paura di reagire male per l'ennesima volta.
    Le sue reazioni tra l'altro,non erano delle migliori,e quando reagiva..sembrava un dannato vulcano stra fritto che lanciava fiamme anche dal naso.
    Ecco,si..voglio mettermi alla prova...ma soprattutto....
    Disse poi legandosi alle parole del ragazzo..che sembrava proprio pensarla come lui.
    Nel medesimo istante,si chinó verso di lui e gli separó le gambe sdraiandosi tra le stesse per poi accarezzare la parte interna delle cosce.
    Morse l'incavo della sua coscia,lo bació in seguito..ed inizió a pensare ad Aris in una qualsiasi divisa.
    Voglio osservarti...mentre indossi la tua di divisa...
     
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    Immaginava che Egon si divertisse a prenderlo in giro o comunque a metterlo in imbarazzo. Era fatto tutto in modo tale che fosse un imbarazzo piacevole e divertente, non quell’imbarazzo che vuole farti nascondere sotto terra e poi richiudere la buca in cui si era messo per ripararsi.
    Eppure quel suo modo di fare lo indispettiva e allo stesso tempo gli piaceva il suo modo di fare.
    Era carino.
    Così gli fece la linguaccia e ridacchiò poco dopo.
    Il rosso avrebbe voluto sapersi controllare, così come faceva Egon, sapere quando si poteva lasciare andare e quando poteva, anzi, doveva avere un perfetto autocontrollo su se stesso ma non ci riusciva… non era per altro, ma davvero, non era ancora in grado di controllarsi.
    Il che non sembrava dispiacere ad Egon, il quale si divertiva sempre a dargli fastidio o a stuzzicarlo in ogni genere di modo possibile ed inimmaginabile.
    In compenso il momento di tensione tra i due passò non appena Egon gli disse che lo avrebbe mangiato.
    Aaargh! No! Albicocca! Nox!
    E intanto mentre corricchiava via ridendo come un matto per non farsi prendere, chiamava i due cuccioli che, ormai sazi e con le panciotte belle rotondette e pienotte dormivano a panza per aria russando della grossa.
    Aris rideva e cercava di scacciare Egon mentre questo gli faceva il solletico.
    Daaaaiiiii!
    Però gli piaceva quando il moro se lo mordicchiava tutto.. era carino, era gentile, era vello. Non gli dispiaceva, era un modo come un altro per stare vicini.. e comunque vedere uno come Egon, serio e… furioso, selvaggio e indomito riservargli quelle attenzioni lo rendeva felice. Un privilegiato ecco.
    E poi sicuramente Aris era stato uno dei pochi, se non l’unico, che aveva potuto vedere Egon così rilassato, che aveva potuto vedere un’espressione così rilassata e così serena sul suo viso. Sì, si sentiva uno dei pochi fortunati.
    E gli sorrise teneramente, pieno di dolcezza e di voglia di coccole quando lo abbracciò. Tutto morbidoso com’era anche Aris stesso, lo abbracciò con un’espressione serena e coccolosa.
    Gli piaceva essere abbracciato, c’era e si creava un bel contrasto tra loro due e Aris assumeva sempre la solita espressione quando il moro lo abbracciava.
    Sospirò, ridacchiò e socchiuse gli occhi quando lo sentì dedicargli tutte quelle attenzioni.. un leggerissimo brivido gli percorse la schiena in tutta la sua lunghezza e.. oh… mio Dio com’era piacevole..
    Mmmh..
    Mormorò piano e compiaciuto.
    Davvero ti piace?... A me sembra troppo grosso.
    In effetti, specchiandosi più di una volta nello specchio, Aris aveva notato che il suo fondoschiena era , dopo la testa, la parte più grande del suo corpo, a volume, e allora si era ritrovato a credere che fosse troppo grande. Ma se ad Egon piaceva, allora piaceva anche a lui.
    Ho un paio di pantaloni che potrebbero piacerti allora.
    Sì, aveva un paio di quei pantaloni attillati, di quelli in stile seconda pelle che mettevano ben in risalto il suo sederino ma non li metteva perché non voleva che la gente lo guardasse.. ma davanti ad Egon poteva metterli… così lo poteva guardare. Gli faceva piacere avere gli occhi del moro addosso.
    Sì, mi sei piaciuto in palestra.. era.. non so.. come vederti a pieno.. come dire… ti ho visto in divisa, in vesti normali.. e poi anche in palestra a correre.
    Non sapeva come dirglielo, ma ciò che intendeva era dirgli che lo aveva visto “al naturale”, con il sudore della fatica sulla fronte, con i capelli bagnati e appiccicati alla fronte, senza fronzoli e senza il bisogno di apparire vestito bene per il lavoro o per altro.
    Ed era stato comunque bellissimo.
    Aveva sussultato appena alla sculacciata e lo aveva guardato senza capire, senza riuscire ad allacciare quel gesto al fatto che si fosse definito grasso. E…fraintese tutto. Pensò che quel gesto fosse stata una palpata riuscita male e sì… era inutile nasconderlo.
    Si eccitò nuovamente.
    Egon diceva che si stava trattenendo dal non saltargli addosso, ma se avessero continuato così, probabilmente Aris gli sarebbe saltato addosso la notte cercando di spogliarlo e chissà che altro..
    Era diventato un ninfomane a stare con lui.
    Al suo gioco di parole si perse un momento .. non era facile per Aris stare dietro a quei giochi di parole. Già il dover stare dietro a dei discorsi più lunghi di qualche parole era difficile, poi dietro a dei giochi di parole…
    Per questo lo guardo con uno sguardo un po’ intontito e vacuo.. di chi non aveva capito bene tutto quello che voleva dire.
    Così scrollò le spalle per dirglielo, per farglielo capire.
    Il volersi mettere alla prova, quello lo capiva.. quello lo capiva alla perfezione. Alla fine non avrebbero potuto fingere in eterno che tutto sarebbe andato bene fino a quando non fossero esplosi un bel giorno uccidendosi a vicenda e uccidendo chi era intorno a loro.
    Quando poi lo vide separargli le gambe, metterglisi in mezzo.. si ritrovò a sospirare ed ecco che l’eccitazione tornò di nuovo a salire, pulsante e violenta.
    A quelle carezze gemette, a quel morso sussultò e si piegò in avanti perché il piacere era troppo. Forse lui non se ne rendeva conto ma era davvero immenso e già i boxer troppo stretti che aveva messo per fargli la sorpresa una volta giunti nella doccia della palestra, cosa che poi non avevano fatto, iniziarono a diventare… fin troppo stretti e a far dolorosamente male.
    Arrossì violentemente e si morse le labbra.
    Ti… ti piacciono le.. le divise..?
    Aris ne aveva un casino, davvero, ed Egon nemmeno lo sapeva. No, non le collezionava e nemmeno ci faceva cosplay, ma al locale ogni serata aveva come un tema diverso per chi ci lavorava dentro e, come tale, ognuno doveva avere una divisa a tema.
    Erano bene o male tutte cose sobrie, nel senso che no, Egon non avrebbe mai visto un Aris in gonna, calzettoni e magliettina da cheer leader, questo no, però avrebbe potuto trovarlo con tanti completi diversi, sobri ma comunque avevano lo scopo di attirare la gente dentro, quindi vistosi.
    Ne… ne ho un po’ se vuoi…
    Poi, improvvisamente la sua fantasia si accese di nuovo, come se avesse avuto un elettroshok da illuminare tutta New York.
    Un Egon vestito da poliziotto, un Aris vestito da.. beh, su quello potevano raggiungere un accordo… loro due insieme, a casa.. oddio, s’imbarazzò così tanto che divenne violentemente rosso.
     
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    Per quanto fosse magrolino..rimaneva comunque agilissimo,quasi da sembrare un topolino bagnato in cerca di riparo.
    In meno di dieci minuti avevano trasformato casa in una pista sportiva,correndo da una parte all'altra dello stabile come due saette rombanti.
    Giocare a fare la mummia e la vittima fu seriamente esilarante,ed Egon rise talmente tanto da sentire la mandibola scricchiolare e le gote irrigidite;alla fine lo aveva catturato,e piú che mangiarlo,lo solleticó per parecchio tempo.
    Sentirlo dimenarsi giocoso,cercare di divincolarsi invano,lo fece sentire come un micio che fortunatamente ha afferrato un lembo di gomitolo che comunque continua a sgattaiolare,simulando una possibile fuga.
    Aris era bello cosi,allegro e spensierato,con il culetto per aria ed un po' di sana panciotta sul ventre.
    Se solo pensava a quando lo aveva incontrato la prima volta,davvero faceva fatica a riconoscerlo.
    Non c'erano piú segni di..contusioni,fori da droga,occhiaie post notte insonne....insomma sembrava un altro.
    Hai un buon sapore...
    Sussurró il moro sorridendo,mentre un miscuglio di ammorbidente,fragola,disinfettante e....cane...prendeva posto tra le sue labbra.
    Ok..erano in casa da venti minuti scarsi..e giá Egon sentiva che i due puffoli spumosi..puzzavano..di cagnolino appunto..e dovevano essere lavati;ovviamente il sapore di cane...era dovuto a qualche spora odorosa di cagnolotto puzzone.
    Intanto..quando qualche bacetto aveva preso la via giusta,la piccola intimitá timida del rosso tornó a fargli visita,sbucando piano sotto i pantaloni del piccoletto che aveva ben pensato di deliziare il poliziotto con un suo gemito imbarazzato e sfuggente.
    Inutile dire che il moro aveva visto la scena dall'alto,un po' come le aquile reali che squadrano per bene il suolo..interessate dunque da qualcosa...e per Egon..l'interesse era indubbiamente il corpo del rosso,ancora poco esplorato.
    Questi gemiti mi farenno ammattire...
    Confessó in lotta tra il volerlo spogliare e saggiare centimetro per centimetro,ed il voler continuare a giocare..facendo finta di niente..e reprimendo quindi...tutti gli istinti sessuali che lo stavano attraversando alla grande.
    Quando poi Aris suppose che..quel suo sederino morbidoso fosse troppo grande,Egon sorrise e lo fece rotolare di poco sul fianco,dandogli una piccola pacca proprio sui glutei.
    Era ovvio che il ragazzo lo vedesse grande..come vedeva grossa la sua pancia,brutti i suoi capelli...e insomma..tanti altri difetti che ovviamente vedeva solo lui,perché per Egon nemmeno esistevano.
    Era..bello e molto proporzionato..solo..aveva bisogno di tempo per capirlo.
    Che ne dici se diamo un nome anche al tuo culetto?..
    Chiese in un attimo di follia che..lo fece scoppiare a ridere poco dopo.
    Non aveva mai pensato ad un sedere con un nome..certo..quand'era piú giovane dava nomignoli ad ogni cosa..come la tazza olga..il mouse topo e la bottiglia jenny...ma lo faceva per giocare,per far ridere i colleghi maggiormente.z
    Ora invece..dava nomi solo a chi li meritava...o per giocare.
    Possiamo chiamarlo Pesca,uhm?
    La cosa piú strana era che..seriamente stava piazzando la frutta in ogni angolo della propria vita;partendo da casa sua,aveva un Aris fragola ed un cane Albicocca,la vicina era Pera moscia..perché era l'apatia fatta persona,il vicino invece era pollo ma non c'entrava niente.
    A lavoro c'erano banana e ciliegia,rispettivamente capo ed inferiore..e poi...basta.
    Semplicemente..si divertiva a chiamarli in quel modo.
    Lui invece era polipo perchè rimaneva appiccicato su troppe cose..tanto da far venire
    Uhm..hai davvero delle divise..qui?
    Chiese sembrando un bambino tutto preso da una favola incredibile.
    Ok..che il rosso avesse delle divise li in casa..aveva dei pro e dei contro.
    L'unico pro..era che Egon potesse osservarlo in tutto il suo splendore..e sbavargli dietro per ore.
    I pro erano un milione;poteva tirarlo verso di se..spoliarlo e farci l'amore come non mai,poteva atterrarlo e spogliarlo..e mangiarselo..figurativamente,poteva..ohh..poteva fare di tutto..in ambito sessuale.
    ma se la metti..posso spogliarti poi?..
    Ok..lo aveva visto bene..ed era meglio dirgli subito che si..una volta averlo visto in divisa,avrebbe voluto spogliarlo e fargli di tutto..ma proprio di tutto;non era colpa sua se aveva un fidazato troppo bello.
    Poi lo vide arrossire di botto,sembrando un enorme pomodoro maturo..ed Egon non poté far altro che approfittarne e giocare di intuito.
    Si era eccitato per qualche fantasia spinta,poteva scommetterci sul serio.
    Sebbene provasse da un po a farsi un'idea del tipo di fantasia,rimase in silenzio..valutando bene l'idea di volerlo sapere.
    E se poi..la fantasia avesse coinvolto anche lui?!
    Avrebbe passato la nottata in bagno,ne era sicuro.
    mi rendi partecipe della tua fantasia¿...
    Chiese ridacchiando tutto preso ed allegro.


    Aris cactuus xD sto proprio male¡¡¡¡
     
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    Gli era piaciuto quando gli aveva detto di avere un buon sapore e gli aveva sorriso mordicchiandogli e smangiucchiandogli una guancia.. si sentiva bene con lui.
    Anche tu profumi di buono..
    Di buono.. oddio.. diciamo che Egon per lui era meglio della coca e che ogni volta che sentiva il suo profumo impazziva e senza.. si sentiva come smarrito. Un Egon senza quel profumo, senza il suo odore tipico di bagnoschiuma dolce e deciso, senza il suo odore di sigarette e caffè.. non sarebbe stato lui.
    Era innamorato di quel suo profumo, del sapore della sua pelle.. lo amava in ogni sua singola parte.
    Non poteva farci niente. Lo amava in tutto se stesso, amava il suo corpo e il suo modo di fare. Amava quella sicurezza che metteva in ogni cosa che faceva e quindi anche il fatto stesso che gli divaricasse le gambe, riusciva a farlo eccitare e accendere come una lampadina.
    Gli aveva sorriso e lo aveva baciato con passione.
    Tu mi fai ammattire.
    E lo pensava veramente. Insomma..come si faceva a non ammattire? Era bellissimo!
    E ridacchiò e gemette nuovamente, socchiudendo gli occhi quando quella piccola pacca lo raggiunse ancora. Non era una sculacciata, none ra un calcio, era qualcosa di controllato, qualcosa di dolce atto solo a dirgli solo una piccola pacca dolce , come un pizzicore.
    E Aris … mio Dio.. amava quando faceva così.. Glielo si leggeva in viso.
    Aveva un po’ del masochista, purchè fosse una cosa controllata e non violenta.
    …Gli vuoi dare un nome?
    Domandò poi incuriosito.. non aveva mai dato un nome alle cose.. o meglio, sì, dava i nomi come a Bepo e a Puffola ma non alle proprie parti del corpo.. Perché farlo?
    Ma poi.. ci devo parlare?
    Un nome dsi dava a qualcosa o a qualcuno con cui interagivi… o no?
    Pesca..? Mi piace!
    Era rotonda, grande, morbida.. come il suo fondoschiena!
    Rise divertito, molto divertito e poi lo guardò.
    Quando gli chiese se aveva delle divise in casa, si ritrovò ad annuire. Oh, sì, ne aveva.. e tante anche. Più o meno dello stesso stampo, ma ne aveva molte.
    Era già pronto ad andarsene sfuggendo alla sua presa per andare a prendergli lo scatolone con dentro le divise e mostrargliele quando sentì la sua domanda. Ridacchiò e annuì divertito.
    Sì.. certo che puoi..
    Aris non desiderava altro, lui non bramava altro e lo avrebbe urlato, lo avrebbe gridato se solo non si fosse sentito in imbarazzo più totale. Così annuì deciso, segno che sapeva quello che voleva e che non se ne pentiva, anzi lo stava aspettando da un pezzo.
    Però quando gli domandò di essere partecipe della sua fantasia.. lo guardò allibito.
    Ma come fai a saperlo?! Come ci sei riuscito?!
    Gli fece la linguaccia e lo spinse via con una mano sulla guancia ma era bene o male divertito.. era bello che lo capisse al volo.
    Così gli ci volle un pezzo per decidersi e raccontargli ciò che aveva in mente ma.. ci provò.
    E’ che… parlando di divise… insomma..i-io e…t-tu… p-pensavo che … anche tu potevi mettere… la tua… m-mi piacerebbe…
    E divenne di un rosso acceso e infuocato.
    Poi distolse lo sguardo, imbarazzato e quando si era calmato e ripreso un attimo, gli diede un bacio in fronte e lo prese per mano sgusciando da sotto si lui.
    Vieni.. te le faccio vedere.
    E così dicendo si cimentò nella ricerca di quel maledetto scatolone. Non riusciva a trovarlo e lo cercò ovunque e quando arrivò alla cabina armadio.. rimase un attimo perplesso…
    Ma questo… c’era prima..?
    Ma quando vide lo scatolone non gli importò più e allora andò lì e lo vuotò per terra picchiettando la mano sul pavimento per fargli cenno di sedersi.
    Iniziò a tirare fuori le divise e gliele passò.
    Ce n’era una semplicissima, composta da un paio di jeans strettissimi, una camicina a quadrettoni rossi e gialli, con nessun bottone in modo tale che potesse lasciare scoperto il torace e il cappello da cowboy. Sarebbe stata sicuramente meglio su uno come Egon, anche perché su Aris.. sembrava più un ragazzino pronto ad andare ad una fiera.. un bimbo che aveva rubato i vestiti al padre ecco. Una che era da marinaio, con i pantaloncini cortissimi, praticamente inguinali, di jeans, tutti sfilacciati e di una taglia in meno.. ad Aris nn piacevano ma il proprietario del locale gli aveva detto che “doveva mettere in mostra le sue potenzialità”… inutile dire che non li aveva messi… figuriamoci se gli passava per la testa di infilarsi una roba che non lo copriva minimamente! Poi c’era abbinata la camicia bianca con i finti lustrini e i finti riconoscimenti e il cappellino da marinaio; una un po’ più spinta, in stile darkettone con un collarino di borchie da indossare e tutte le parti del vestito con ganci e moschettoni vari che Aris credeva fossero… “alla moda” mentre chiunque altro avrebbe intuito che era qualcosa di più spinto… visto che era tutta di pelle nera, lucida e metteva in rilievo il fondoschiena mentre, sul davanti, c’era una cinturina con un lucchetto sopra.. era strana, decisamente strana.
    Poi c’era la tipica divisa da cameriere, con pantaloni neri aderenti e una camicia bianca, più cravattina o papillon e una più divertente e banale da teppista, con semplici jeans strappati e maglietta nera.
    Ce n’erano tantissime altre, comprese alcune femminili che.. sì…. Sì era dimenticato…. Con suo grande imbarazzo….
    Quelle le aveva dovute mettere quando avevano fatto la serata di ruoli invertiti, quindi le ragazze vestivano maschili e i maschi vestivano da ragazze ma.. Aris.. sembrava davvero una ragazza era pazzesco.
    Qualcosa… ti piace…?
    Ovviamente quando aveva dovuto metterle al locale si era sentito orribilmente in imbarazzo e per fargliele mettere avevano dovuto tenerlo in tre o quattro perché lui non voleva saperne ma alla fine.. o le metteva o perdeva il lavoro, quindi..
    Ma non disse nulla, scacciò i pensieri negativi e aspettò che il moro gli dicesse qualcosa di bello, che scelse qualcosa che gli potesse piacere o che fosse di suo gusto.. magari c’era..

    Scusami, avrei voluto postarti le immagini delle divise ma sono di frettissima ç.ç e volevo risponderti ç.ç perdonami ti prego T^T
    Ahahahah sì xD con quell'espressione xD ahahaha xD
     
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    L'ammattire,ormai,era diventato la quotidianità,era sempre più simile ad un tizio a dieta che puntualmente si vede passare davanti un enorme torta alla nutella...e ovviamente non può mangiarla.
    Vivere assieme al rosso era un continuo susseguirsi di sensazioni piene e forti,un po' più forti che piene,ed era facilissimo riuscire a perdere la testa per uno come lui...anche un etero convinto avrebbe perso la testa.
    Era..seriamente bello,quasi da fare paura,con quel visino tenero e da elfo capace di far tremare una montagna.
    Insomma...guardatelo,culetto sporgente...visino da fata...un'androginia da far venire i brividi.
    Poi...Egon che era abituato a perdere la testa dietro ai ragazzini,trovando quella specie di diamante nascosto...aveva fatto bingo;Aris era bello e semplice,allo stesso tempo sexy ed intrigante...e per quanto non se ne accorgesse,aveva davvero una forza sessuale impressionante...si,era...nuovo in quel mondo,ma seriamente sapeva come muoversi.
    Ok...Egon era decisamente..sessualmente frustrato,perchè...voleva,desiderava Aris con tutto il corpo,con tutta l'anima..ma non aveva voglia di fare sesso cosi...a caso,preferiva farci l'amore appena sarebbe arrivato il momento giusto.
    Nah,mai quanto te...guardati...faresti ammattire qualsiasi uomo sano di mente...ahaha...
    Era ovvio che il dare un nome al sederino del rosso lo avrebbe incuriosito e forse rimbambito un pochino.
    Ed in effetti,con un sederino munito di nome,poteva iniziare a chiedersi se fosse normale dare un nome ad ogni cosa.
    Era normale vederlo cosi curioso nei confronti della vita,non aveva mai avuto modo di conoscerla,di vivere realmente,di sentirsi un tutt'uno con la realtà...e scindere il reale dal fantastico.
    Con il tempo avrebbe imparato tutto,sul serio....ed Egon lo credeva davvero tantissimo.
    Sapeva che il rosso sarebbe stato capace di imparare a vivere,di...recuperare tutto il tempo perduto,le occasioni sfuggite.
    Lui...lo avrebbe aiutato,imparando anch'egli a comportarsi decentemente,senza essere vittima indiscussa delle crisi isteriche e degli attacchi d'ira,maggiormente insensati.
    No,ahaha non devi parlarci..ci parlerò...io...
    Disse puntando allo scherzo mentre già ragionava sul parlare sul serio con una parte del corpo.
    Ok,una volta..da piccino aveva deciso di arrampicarsi su un dannatissimo albero..e una volta che aveva deciso di scendere,lo aveva fatto malamente,appoggiando il piede in un modo poc..eum..consono alla discesa.
    Quindi era caduto facendosi male,se l'era presa con il proprio piede dicendogliene di tutti i colori,dalla seria 'maledetto,è colpa tua','perchè non ti sei piegato al momento esatto?','maledetto piede,ora ti taglio,lo giuro'...e tante cretinate varie da bambino dispiaciuto ed in lacrime.
    Era logico prendersela con alcune parti del corpo..ma non era logico allo stesso momento.
    Poi,quando Aris gli chiese come avesse fatto a capire che stava slittando verso pensieri che includevano qualche fantasia particolare...e bhe,davvero non sapeva come facesse,perchè...e semplicemente lo sentiva.
    Uhm,non capisco proprio il come...ma mi rendo conto del tuo..cambio di colore improvviso...e mi fa sorridere...
    Ed era vero,Aris passava da un rosa confetto ad un rosso incendiato in meno di dieci secondi...e poi le guance divenivano due enormi coccoli di cotone imporporato...e si,gli occhioni sembravano più lucidi del solito.
    Era ovvio che fosse diverso il suo sguardo..se alla base dei pensieri c'era qualcosa di poco casto.
    Egon adorava davvero quel suo lato nascosto,il suo..emozionarsi davvero tanto per una semplice fantasia..che alla fine veniva in mente a chiunque sapesse come giocare con la propria sessualità.
    poi..ogni volta che arrossisci cosi...c'è di mezzo qualche fantasia erotica...
    Confermò la sua teoria baciandogli la guancia con forza...e sentendo la base della sua teorica e fantastica fantasia erotica,iniziò a partire di testa anche lui,iniziando a sentire un forte calore lungo il basso ventre.
    Era favolosa la sua idea...e già si vedeva vestito da sbirro a dover catturare il ladro fuggito...oh,già l'eccitazione bussava alle porte del suo corpo.
    Si...andiamo suubito..a vedere tutto..
    Disse tutto gioioso mentre lo seguiva di sopra dove al posto del normalissimo armadio compariva quello enorme..nel quale pensò bene di svuotare lo scatolone e sbirciare dentro lo stesso.
    uhm...si...c'è da un po' ehe..
    Rispose quando Aris gli chiese da quando ci fosse quel robo li...e si,c'era da pochissimo.
    Lo guardò tirare fuori di tutto da quello scatolone..e già da se intravide un paio di pantaloncini in pelle abbelliti da..una..chiave forse,posta proprio li..sul...coso.
    Chiuse gli occhi per un attimo ed inspirò a pieni polmoni,cercando di darsi una calmata o quanto meno contegno.
    Aris tirò fuori la prima..ed Egon la guardò non proprio convinto,era..carina si..ma quel cappello,proprio..proprio...no,seriamente.
    Ed ecco che poi...ne comparve una che seriamente lo mandò su un altro pianeta,lontano e sul quale si bolliva dal caldo.
    Era un marinaretto con pantaloncini stra.inguinali che coprivano si e no metà gluteo...e..ok,era già partito..e nella propria fantasia già lo vedeva mezzo nudo,seduto a cavalcioni su di lui,a tenerlo li fermo grazie ad una corda da mare.
    Aish...davvero,doveva buttare giù un complimento neutrale,per il momento.
    Ohh..ma questa è bellissima come divisa...
    Quando poi lo vide metterla via per prendere le altre,tra cui c'era anche qualcosa di femminile,Egon lo fermò prendendogli piano le mani e spingendole verso un'altro angolo degli abiti.
    Oh,Oh..aspetta,aspetta un secondo.....
    Disse tutto preso dalla fantasia..e lo portò ad afferrare quella da marinaio che era decisamente sensazionale.
    Già lo vedeva,sul serio...lo vedeva proprio li...materializzato.
    Era una divisa che...sperava non avesse mai indossato al di fuori di quelle mura...e che sul serio..adorava,amava alla follia...e avrebbe voluto seriamente vedergliela indosso,per confermare tutti i film che si stava facendo in mente.
    Questa,metti questa....ti supplico,ti scongiuro...metti questa!!


    x'D ma don't worry,penso la fantasia sia...trecentotrentamila volte migliore xD
     
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    Non era sicura che chiunque sarebbe ammattito per lui.. insomma, era sicuro che chiunque gli avrebbe chiesto il numero di telefono e lo sapeva non per vanto ma per certezza, perché lo aveva visto ogni santa volta al lavoro, ma quello non era far ammattire la gente, quello era più che altro.. eccitare qualcuno che cercava una botta e via. Ecco cos’era.
    Per cui scosse la testa non sicuro di tutto quello e si concentrò su qualcos’altro.. il suo culetto.
    Rise alle sue parole e e sculettò un po’, cos’ come se avesse voluto fargli capire che quella parte di sé aveva una sua vita, una sua personalità.
    Invece era contrariato dalla spiegazione del perché Egon capisse che aveva delle fantasie.
    Mmmh.. non divento rosso!
    E gonfiò le guanciotte ma poi gli sorrise e gli fece l’occhiolino sorridendo mentre il moro cercava di mangiargli una guancia.
    E tu come sei quando hai le fantsie?
    Domandò curioso. Insomma, sicuramente aveva delle fantasie , era ovvio che ce le avesse, Egon più di chiunque altro ma lui non dava segni.. non si faceva vedere!
    Come diavolo era possibile?
    Aveva un perfetto autocontrollo. Lo voleva anche lui!
    Poi gli aveva sorriso e Si erano alzati per andare a vedere l’armadio.
    Il rosso non era convinto che quell’armadio enorme c’era anche prima, non ne era assolutamente certo… era così convinto che prima lì.. ci fosse dell’altro… ma Egon diceva che c’era da un po’… mmh.. strano..
    In compenso gli piaceva. Era grande, spazioso.. Avrebbe potuto portarci lì un materasso e dormire.. e di sicuro nessuno lo avrebbe sgamato, eccetto Egon, se ci si fosse nascosto dentro.
    Già gli piaceva!
    Mi piace.
    Disse sereno e allegro. Gli piaceva eccome quell’armadio.. ci si sarebbe trasferito. Avrebbe fatto lì la sua base segreta e ci avrebbe portato Bepo che lì sarebbe stato molto più protetto e sicuro.
    Quando poi iniziarono a vedere le divise insieme, Aris si accorse che ad Egon la divisa da cowboy non piaceva. Nemmeno al rosso piaceva tanto però era una di quelle dove lui era più coperto e quindi no, non gli dispiaceva. Certo, in quel contesto.. non c’entrava nulla, anche perchè avrebbe reso il rosso una sorta di Woody di Toy Story.. che ci poteva fare?
    Vide invece i suoi occhi illuminarsi davanti a quella da marinaretto.. Anche quella non piaceva molto ad Aris, più che altro perché non si era mai visto.. aveva sempre associato la divisa al lavoro e l’idea di farsi vedere da altri così… non gli piaceva per nulla..
    Ma con Egon..sarebbe stato tutto molto più bello, molto più eccitante e divertente.
    Se fosse stato per Aris le avrebbe tirate fuori tutte le divise, facendogli anche vedere come si potevano mescolare tranquillamente. Non era bravo ad abbinare e per questo, i suoi colleghi di lavoro, sull’etichetta, gli avevano messo dei numeri in modo tale che quelli con le coppie simili potevano tranquillamente essere abbinati come se nulla fosse. Non male eh?
    Erano stati gentili. Molto gentili. E così insomma… voleva fargli vedere come modificare e giocare con le stesse ma lo vide accantonare tutto e guardarlo con un paio di occhioni enormi che ne rimase fin troppo colpito.
    Erano sempre stati così belli?
    Osservò la divisa che gli stava porgendo.. oh.. proprio quella da marinaio… Ma… proprio quella?
    Questa?
    Domandò dubbioso. Perché non quella da liceale…o da studente delle medie…? Proprio quella?
    Ma l’entusiasmo con cui glielo chiese e l’entusiasmo con cui lo supplicò non riuscì a dirgli di no. E poi si sarebbero divertiti! Oh, ed Egon lo avrebbe fatto felice indossando quella da poliziotto sexy?
    Già l’immagine di un Egon con i capelli pettinati all’indietro, però senza la brillantina, con lo sguardo serio, divisa aperta un po’ sul davanti, sbottonata ad arte e con classe, in modo da creare quel gioco di vedo e non vedo, con tanto di cinturone e Rayban lo accendeva di desiderio.
    Così la prese in mano e tutto allegro lo guardò emozionato.
    Va bene, però tu metti quella da poliziotto… ci stai?
    Sapeva che non gli avrebbe detto di no, del resto non gli aveva fatto una proposta indecente, della serie “truccati , metti la minigonna ed esci fuori in strada”. Gli aveva solo chiesto di vestirsi da poliziotto, come faceva sempre e di apparire come sempre: perfetto in tutta quella sua bellezza naturale.
    Così lo guardò arricciando il naso, divertito ed eccitato all’inverosimile, scese le scale un po’ di corsa, trottando e chiudendosi nel piccolo bagnetto di Egon per potersi cambiare. Non è che si vergognava, voleva fargli la sorpresa, creando quella suspance che si crea tra due amanti.
    Così, una volta giunto in bagno , iniziò a spogliarsi, spiegazzando i vestiti convinto di averli piegati quando li aveva solo accartocciati e iniziò a cambiarsi.
    Era convinto di voler tenere l’intimo ma poi si sarebbe visto e così.. era certo di essere più sexy, così decise di non metterli e si ritrovò a ridacchiare da solo tutto eccitato.
    All’inizio i pantaloncini sembravano non voler salire una volta arrivati all’altezza delle natiche e Aris stava già per urlare disperato che era ingrassato, che il suo sedere era una portraerei e che doveva smettere di mangiare.
    Ma proprio quando stava per urlare e diventare come l’Urlo di Munch, si ricordò che anche prima erano così. Erano stretti e attillatissimi così che non solo gli fasciavano il sederino, ma erano anche fatti in modo che mettessero in evidenza le curve.
    Si specchiò e vide che erano ancora più corti di quello che pensava.. erano leggermente più basso e spessi di un tanga. Non lasciava spazio all’immaginazione, quello che Egon voleva vedere lo vedeva benissimo senza problemi di nessun genere.
    Poi s’infilò la camicina bianca che, una volta su, era praticamente trasparente e mise in testa il cappellino da marinaio per poi darsi un’ultima guardata, come una modella o una ragazzina vanitosa e uscì fuori guardandosi intorno per individuare Egon.
    Era su, al piano di sopra o giù, lì, nei dintorni?




    Ahaha va beeene allora ok xD Pensa che tra tutte, credevo che quella da marinaio ti sarebbe piaciuta di meno xD Non so perchè xD
     
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  11. -PruX!
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    Uhm..Egon non aveva un vero e proprio..tic legato alle fantasie erotiche.
    C'erano i maniaci che sbavavano come dei lama in calore..che per far fuori le ossessioni fisiche,finivano col perdersi dietro a film porno e compagnia bella;c'era chi mostrava la tipica faccia da poker..quella che non poteva essere smascherata in alcun modo,poi c'erano quelli come Egon..un po' poker face..un po' forti e sicuri di non voler mostrare agli altri ciò che stavano pensando...ed in fine..c'era la serie Aris...dannatamente smascherabili,perfettamente adorabili.
    Insomma..c'erano rossori e rossori...e quel rossore distinto e brillante..apparteneva sicuramente a quei piccoli pebsieri focosi che..solo un giovane all'avventura poteva formulare..il che era grandioso r maledettamente eccitante.
    Quando poi il rosso lo chiese cosi esplicitamente,Egon sorrise e facendo una smorfia con le labbra,sollevó di poco le spalle,pensando a come il proprio corpp reagiva se stimolato da pensieri..caldi,ecco.
    In veritá non ci aveva mai pensato prima,proprio perché finiva sempre col farle avverare..e cosi..decise di dirgli che..le fantasie piú forti..le immaginava da quando stava assieme a lui,se poi..si poteva aggiungere il fatto che Aris era..talmente appetibile..davvero..più che una torta a triplo strato o un enorme barile di birra fresca.
    Uhm...io..non credo di avere un..certo..uhm..una certa reazione..troppo visibile..
    Ok..non ci aveva mai pensato..ma sinceramente..non poteva neanche osservarsi se non aveva mai valutato l'idea di alzarsi dal divano..in preda all'eccitazione da fantasia...per andare a specchiarsi.
    Sorrise e lo lasció fare..mentre quel visino da delfino curioso..diveniva fortemente piú adorabile.
    Magari un giorno..mi scatterai una foto quando..dfaró chissá quali altre fantasie su di te...
    Ridacchió buttando giú la possibilitá di..aver un mido per scoprire quale fosse la sua..reazione fisica a tutta quell'attività..fantastica.
    La piccola e..sobriamente impossibile..divisa,lasció Egon talmente sorpreso da poter giurare d'aver tenuto le labbra socchiuse per..molto..molto tempo,e quando lo aveva visto afferrarla,giá lo aveva immaginato a spogliarsi li davanti a lui,facendo uno spogliarello sensuale e..uha..incendiario.
    Il poliziotto ormai era partito totalmente,sentiva soltanto ondate di calore spesse ed indomabili,ancorate principalmente all'intimitá che pulsava come il proprio cuore e che fremeva di essere sganciata,libera di fare ció che preferiva.
    Ok,la sola priorità di quel momento era spogliarsi..liberarsi di tutto quello schifo d'abbigliamento e rincorrere il rosso fino alle coste del paese...e si,farci l'amore.
    Non era più in grado di fantasticare e basta...e sinceramente era in grado di capire che..o finivano col fare l'amore..o davvero si sarebbe chiuso in bagno e avrebbe deliziato i vicini con i suoi gemiti incondizionati.
    Sentiva davvero il bisogno di avere un sano,appagante,rinvigorente incontro con la propria sessualità..e al più presto.
    Oh sisi,questa...proprio questa...però..fammi il favore di spararti i capelli un po' verso dietro,sai...ho proprio voglia di guardarti negli occhi...
    Canzonò sincero mentre ascoltava le parole tanto pratiche del rosso che...aveva quasi buttato fuori l'idea sessuale più esplosiva del secolo;mentre questi scendeva,Egon rimase li ad annuire come un ebete,immaginandosi nei panni di un poliziotto sexy che..catturava un finto marinaio approdato su una nave di..schifezze e carichi vari...e si,nella sua fantasia,facevano l'amore sdraiati in mezzo agli enormi contenitori mescolati in mezzo al resto della stiva.
    La nave poi..sicuramente sarebbe stata enorme,significante insomma,ed avrebbe sicuramente rivestito l'immagine di una di quelle imbarcazioni immense che lasciano il fiato sospeso per giorni,anche mesi.
    S-si..metterò quella da poliziotto...
    Ed eccolo che si spinse piano verso il rosso osservando i suoi movimenti sculettosi e percorrendo il suo stesso percorso con gli occhi;oh..dannazione,dannazione delle dannazioni più danneggianti,era davvero stupendo.
    La schiena perfetta,la pelle chiara...la divisa a giro chiappa in mano.
    Egon avrebbe seriamente perso la testa,ne era sicuro..perchè già metà cervello si era essiccato nel vedere le divise ed immaginarcelo dentro.
    Quando Aris si chiuse in bagno..e soprattutto..dopo aver sentito la chiave girare nella serratura,aprì le ante dell'armadio,spinte via poco prima,e si infilò nell'armadio..prendo tra le miriadi di camice..quella bianca immacolata che usava solo per le sere particolari in caserma,l'accompagnò con i pantaloni neri decorati dal nastrino blu sui fianchi...e..si,la giacca abbellita da qualche grado ed il taschino dove compariva perfettamente il distintivo.
    Si sedette per terra,iniziando a spogliarsi velocemente...e prima che potesse decidere di vestirsi,pensò che..sarebbe stato più d'effetto..legare la cintura con fondina e manette sul ventre,senza collegarla ai passanti dei pantaloni,un po' per poter...apparire ancor più sexy di quanto già non fosse vestito in quel modo cosi..succinto.
    Rimanendo in intimo,pensò di amplificare l'effetto con uno slip regalatogli anni prima da un collega..e bhe,infilò per bene quei boxer stretti che portavano la scritta FBI sul fondo schiena.
    Si vestì in breve tempo,lasciando la camicia aperta fino all'ombelico,mostrando tranquillamente gli addominali leggermente pronunciati,e ficcando a dovere i bordi della camicia nei pantaloni,ampliando il suo punto bacino.
    Sorrise tra se,tutto preso e bollente dalla voglia,finchè non sistemò anche la giacca...bollendo del tutto..e facendo quasi le bolle sulle orecchie e sugli occhi.
    In quel momento non sapeva proprio se avrebbe dovuto mettere o meno la cravatta...e le scarpe poi,chi ci pensava più?!
    Intanto...votò si per la cravatta..e la indossò a mò di fiocco,lasciandola scivolare di lato fino a sfiorargli la spalla.
    Oh..caldo..
    Mormorò tra se ad occhi chiusi mentre cercava di farsi aria con le mani,senza riuscirci ovviamente.
    Ed ecco che..la porta del bagno si aprì tranquillamente..ed Egon prima di sbucare dal nulla ed osservarlo..si mise di lato sparando ciocche di capelli di qua e di la..e li sistemò scoprendo la fronte,sorridendo come un puro idiota.
    Era innamorato ed estremamente eccitato..sul serio.
    Sbucò sulle scale,in tutta la sua...suprema eccitazione..ed iniziò a scendere gli scalini lentamente,guardandolo con l'aria di chi..avrebbe voluto mangiarlo con gli occhi.

    Elly dear,scusa per il ritardo... ç___ç un sabato ogni decennio esco...e non ho potuto dire di no alle amiche che hanno insistito T_T shooorry...mi farò perdonare,prometto **


    Edited by -PruX! - 18/8/2013, 03:54
     
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    L’idea della sfida di riuscire a beccare l’espressione o il tic di Egon quando era eccitato divenne una sorta di sfida per il rosso che già si vedeva come un esploratore, come un dipendente di National Geographic.
    Oooh… mi piace! Mi piace! ….Però… non ho una macchina fotografica..
    Disse un po’ dispiaciuto.. Beh.. si consolò pensando che avrebbe fatto un disegno di lui. Sì, avrebbe catturato il momento disegnandolo!
    Si compiacque da solo, facendo la sua solita espressione da cactus e annuì da solo.
    Non pensò al fatto che Egon non avesse “espressioni da fantasia” e nemmeno gesti o tic che si vedessero in quei momenti perché Egon era il tipico ragazzo che.. metteva subito in atto le sue fantasie perché non aveva di certo non aveva problemi a farlo.
    Non ci pensò e fu meglio così.
    Aveva annuito alla sua richiesta di mettere a posto i capelli in modo che si vedesse il suo viso e si eccitò da matti quando gli disse che sì, si sarebbe vestito da poliziotto.
    Si era visto che era contento, che era eccitato e che si era infilato in bagno pronto a gridare come una ragazzina indiavolata al concerto del suo sex simbol.
    Quando era uscito dal bagno, aveva fatto qualche passo per sbirciare e capire dove si trovasse Egon rispetto a lui, così che se fosse stato di sopra sarebbe potuto salire su e andare da lui per farsi vedere.
    Una volta uscito da lì si era sentito un po’ come una top model. Era tutto pieno di sé, tutto gonfio e orgoglioso di come si era vestito e aveva fatto di tutto per poter piacere meglio al moro… si era perfino messo a sistemarsi i capelli come una ragazzina vanitosa, bagnandoseli un po’ e poi prendendo a rovistare nell’armadietto delle cose di Egon, trovando una crema gel e sistemandoseli sparandoli e spettinandoli alla perfezione. Non ci voleva molto a metterli così perché erano già strani di loro e quindi assumevano tutte le forme e le posizioni che voleva dar loro, riuscendo sempre a risultare perfetti.
    Non sapeva come fare, voleva solamente piacergli e piacergli ancora di più, voleva fargli perdere la testa.
    Ma quando lo aveva visto scendere le scale.. era lui quello che aveva perso completamente la ragione.
    Teneva in mano una corda decorativa, fatta in modo che avesse una serie di nodi cos’ che, al locale, avesse potuto portare le bibite in bottiglia e lattine come se si fosse trattato di pesce.. insomma, il proprietario ci teneva che fossero coerenti con il ruolo che dovevano svolgere e per poco non gli cadde di mano.. insieme alla mandibola.
    Vedere Egon scendere dalle scale in quel modo.. vestito così.. fu come ricevere uno schiaffo da un uomo di trecento kili.
    Era rimasto stordito dalla sua bellezza e… fulminato dalla sua presenza, intimidito da tanta bellezza, all’inizio non riuscì a sostenerne lo sguardo e la vista perchè intimidito e imbarazzato.
    Non era facile guardare Egon.. Aris si sentiva come uno di quei latin lover che per tutta la vita cercando di conquistare un’attrice o una modella, immaginandosi cosa le farebbero se riuscissero ad averla anche solo per una sola notte e poi, quando finalmente riescono ad ottenere ciò che vogliono, si sentono talmente tanto intimiditi e intimoriti dalla loro bellezza e perfezione da non riuscire a muovere un muscolo e per un istante, il cuore, il cervello e il respiro si fermano e l’unica cosa che viene in mente è solo quella si scappare e fuggire via a gambe levate.
    Ad Aris stava succedendo la stessa identica cosa.
    Lui si era messa d’impegno per cercare di apparire bello o comunque per fare in modo che potesse apparire agli occhi del moro, ma guardandolo scendere le scale, con quella lentezza da star, da artista, da uomo perfetto e vestito in quel modo.. Aris si sentiva un po’ come uno scolaretto, uno inesperto, che poi era vero, e soprattutto si sentiva improvvisamente come.. come.. come uno brutto, non all’altezza..
    Ma poi.. passato quel momento di imbarazza, non riuscì più a staccargli gli occhi di dosso.
    Egon era.. magnifico. Era splendido, sembrava uscito da una rivista.
    Se qualcuno li avesse visti, in quel momento, avrebbe pensato che fossero usciti da uno di quei film per adulti dove Egon era l’agente di polizia in divisa sexy pronto a bastonare e a punire la vittima di turno, in quel momento Aris che pareva un attore da oscar da tanto aveva l’aria ingenua e imbarazzata quando invece era la sua espressione naturale e più sincera.
    Davvero, sembravano usciti da un film per adulti quando invece.. erano perfetti entrambi nella loro versione naturale.
    Aris aveva invidiato per anni quelle coppiette dove lei sembrava una modella di Vogue uscita chissà da quale studio fotografico e lui il tipico ragazzotto bello, che se la tira perché poteva e perché sapeva di essere perfetto, con la macchina sportiva, i jeans a fasciargli le gambe e con uno sguardo che dovunque si posasse faceva strage di cuori. Li aveva sempre invidiati perché erano perfetti e quelle coppie erano… sempre state l’invidia del ragazzo..
    Ma ora.. ora.. davanti a tutto quel fascino, davanti a quella bellezza violenta e prepotente di Egon, davanti a.. a.. a quel poliziotto sexy e vigoroso.. Aris aveva finalmente capito che quelle coppie.. erano finte, erano di cartone. Erano delle nullità al confronto di Egon..
    E non solo per aspetto fisico perché dai, andiamo! Quale ragazzo si sarebbe messo così tanto in tiro per lui? Quale ragazzo si sarebbe vestito in quel modo solo per accontentare, solo per far felice e realizzare la fantasia del proprio ragazzo?
    Nessuno. Nessuno tranne Egon.
    E gli aveva tolto il respiro, gli aveva fermato il cuore e se lo stava mangiando e spogliando con gli occhi. Ad ogni gradino che faceva si accendeva una fantasia nella testa di Aris che già si vedeva insieme al moro in mille pose diverse e in mille posti diversi e più disparati.
    Con le gambe che gli tremavano davanti al suo ragazzo che non riusciva a credere fosse davvero suo, la bocca aperta e gli occhi grandi, sgranati per non perdersi mezzo centimetro di lui, per non perdersi nemmeno il movimento di un filo di capelli e la mano con cui teneva la corda stretta intorno ad essa quasi a scorticarsi le mani.
    Oh… mio Dio…
    Esalò con un filo di voce incredulo davanti a quella scena.
    Era semplicemente perfetto.. era anche meglio di come se lo era immaginato.
    Sei… s-sei bellissimo…
    Aris avrebbe voluto fargli dei complimenti migliori, dicendogli che era la luce dei suoi occhi, che lo avrebbe murato vivo perché non voleva che qualcun altro potesse vederlo, che era una bomba sexy e che se lo sarebbe mangiato a furia di baciarlo…
    Avrebbe voluto poter andare da lui , sculettando e ancheggiando come una porno star, dicendogli con due occhioni da cerbiatto che era stato cattivo, così da accenderlo e infuocarlo come un accendino e un fiammifero, avrebbe voluto giocare con lui ma.. era Aris.. e come tale.. era solo riuscito a dirgli che era bellissimo.
    Sei… sei…Oh mio Dio..sei..
    E già alla vista dei suoi addominali sapientemente scoperti, alla vista del cinturone tenuto non dalle fibbie del pantalone, ma dal bacino stesso di Egon e.. dalla sua virilità, credette di svenire sul serio.
    Ecco, se fosse morto in quel momento sarebbe morto felice.




    Ma Pru-chan, non ti devi scusare! Ma ti pare? Non devi scusarti, anzi, spero che tu ti sia divertita ^^ Approfittane finchè non fa caldo da morire come gli altri giorni xD Finalmente si può uscire la sera e stare bene xD Approfittane, approfittane xD
     
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  13. -PruX!
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    La magia fisica di quel momento aveva ormai incenerito ogni singola particella di autocontrollo..che fino a prima aveva riempito le vene del poliziotto,ormai reduce da un viaggio estremo verso la follia.
    Vestirsi...inscenare un teatrino erotico,immaginare un Aris perfettamente sexy...e poi..trovarselo li,ancor più sexy di come lo aveva immaginato...bhe..era davvero..rintronante...soprattutto contando il fatto che,quel ragazzo era davvero al di fuori dell'immaginario...era,dannatamente perfetto,fianchi ben sporgenti e levigati dalla stoffa del pantaloncino,gambine leggermente piegate,busto posto in avanti e...oh..quel petto magro e florido da sembrare di porcellana.
    Era un marinaretto sperduto,di quei piccoli boccioli che sbucano nei film...diventando pian piano i personaggi principali,quei piccoli batuffoli cotonosi che viravano sempre l'attenzione di tutt'altro.
    Insomma...se Egon fosse stato in casa sua,da solo...avrebbe visto il divano,Nox e Albicocca che dormivano in un angolo,la luce soffusa,il frigorifero nell'angolo,la porta chiusa,le scale stesse.
    Ora che aveva davanti quel marinaio,piccolo marinaio mezzo nudo...che stentava a parlare,bhe..come poteva vedere altro? O semplicemente...pensare di poter vedere altro?
    Non era materialmente,spiritualmente e fisicamente possibile...avere occhi per qualcos'altro in quel momento,come non era possibile fare inversione su un'autostrada divisa dallo sparti traffico di cemento.
    Dai..sul serio,ma quel rosso birbante..si era mai guardato seriamente allo specchio?!
    Era da svalvolamento,davvero...non c'era catena in grado di poter domare l'istinto sessuale del moro che ormai sfiorava picchi davvero esorbitanti..e che lo spingeva di continuo verso quegli impulsi che..con Aris..aveva deciso di domare.
    Ma..no,non era più in grado di dirsi 'Aris è un cucciolo,non puoi farci sesso quasi fosse un omone alla tua pari'...'Aris ti ama,tu lo ami...comportati bene'....'Aris è deboluccio,non potresti comunque condurlo verso una frenetica avventura sessuale,rintronante e spossante'....'Masturbati e basta...';era impossibile...impossibile resistergli,un po' come quando ad un ricevimento..becchi il buffet...e provi la tartina al peperoncino...che sebbene pizzichi come l'inferno..sembra ripetere mille volte 'mangiami,mangiami ancora'...e...si,proprio cosi.
    Aris era il suo peperoncino,la fiamma furba che scoccava proprio davanti alla miccia,e che lo incendiava irrimediabilmente.
    Finí di scendere le scale senza riuscire a non fissarlo bramoso,affamato del suo corpo,quasi fosse a digiuno da decenni.
    Aris era..era davvero una statua perfetta ed inimitabile,un cimelio magnifico da trattare con cura,la punta splendida di un diamante raro e raffinato.
    Una volta raggiunto l'ultimo scalino,Egon gli sorrise malizioso e gli lasció un piccolo occhiolino.
    In quel momento,il suo intero essere ribolliva d'impazienza..bruciava allarmato e si..formicolava li dove non batteva il sole.
    No,non aveva mai preso parte ad un gioco di ruolo,quella era la sua prima volta in assoluto..ed era bello sentirsi 'nuovo'..come Aris..che stava sperimentando tutto quel magnifico scambio di sguardi e sensazioni forti.
    Sei spettacolare fragola..
    Sussurró avvicinando al rosso dietro ad un passo lento e felpato.
    Nei suoi occhi ballavano tanti pensieri..un po' positivi e tipici dell'innamoramento,coccole e tenerezze,dediche e paroline dolci,ma gli altri pensieri...quelli piú forti tra l'altro,erano legati alla paura di potergli far male;lo avrebbe preparato bene,sarebbe stato in grado di gestire la passione? E se gli avrebbe fatto male? Se avrebe distrutto tutto il magico momento..solo per paura?
    Sospiró tranquillizandosi e avanzó un po' leccandosi le labbra da vero ingordo affamato.
    Quel visino chiaro..sottile e fatato...posto su un corpo mozzafiato..sul serio..era assurdamente scalvolante,sul serio..ed Egon aveva ormai sciolto entrambi gli occhi..a furia di guardarlo.
    Si sentiva come un enorme budino..lasciato fuori dal frigorifero,messo sotto al sole delle dodici e mezzo...e sciolto appunto.
    Senza pensarci troppo,alzó una mano e delicatamente l'appoggió sul suo sedere,strizzando una natica con vigore e dandogli una lieve pacca.
    Quella divisa...quella specie di vestitino lo avrebbe fatto sbarellare,lo avrebbe portato ad avere sogni erotici per anni...ed Aris..avrebbe dovuto aiutarlo nell'avverarli.
    Egon slittó di fiabco al rosso e lo prese per mano,facendolo voltare ed incatenare tra le sue braccia.
    Aris..sei davvero splendido...una meravigliam..
    Disse caldo sul suo orecchio..mentre abilmente iniziava a succhiare piano il lobo del suo orecchio,giocando col la lingua contro la punta morbida e viaibile del suo orecchio.
    Le mani del moro si muovevano quasi inesperte sul suo corpo,accarezzando con voluttá l'interno coscia e stimolando con piccoli tocchi a sfioro,che facevano vibrare entrambi i loro corpi.
    L'eccitazione era ormai padrona di tutto,soprattutto dei loro corpi..che mostravano gloriosi un'erezione nascente,già pronta a dettar legge.
    Il poliziotto si chinó a baciarlo,·lasciando che dalle labbra al collo,ci fosse un'interruzione..che vedeva se stessa come un piccolo accompagnamento.
    Le labbra di Aris erano dolci e salate all'unisono,quelle di Egon stiracchiate dai denti.
    Marinaio..mi porti in mare..
    Stuzzicó l'altro era divenuto un mantra..ed Egon amava giocare con lui,smuoverlo..sbirciare curioso ogni reazione del suo corpp.

    Edited by -PruX! - 19/8/2013, 05:11
     
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    Sei spettacolare fragola.
    Gli bastò quella frase, quel commento per far tranquillizzare il rosso e fare in modo che.. potesse godersi ogni istante, ogni attimo, dimenticando cosa fosse la paura o il dubbio.
    L’incertezza rimaneva, ma quell’incertezza tenera e ingenua di chi non sa come comportarsi in quelle situazioni perchè non le aveva mai affrontate. Ma tutte le emozioni negative, i sentimenti sbagliati, ogni singola voglia di scappare e di correre via.. erano svaniti nel nulla e, al loro posto, era rimasto solo un grande, enorme, dolcissimo affetto che lo aveva fatto sorridere teneramente abbassando un pelo lo sguardo come a dirgli che sì, era compiaciuto di quel commento.
    Doveva essere sincero, un po’ aveva temuto che Egon potesse calarsi troppo nel personaggio e magari diventare il poliziotto burbero che era alla Centrale ma.. non era così. Era sempre il solito ragazzo equilibrato che amava che aveva cercato di metterlo a suo agio perfino in quel momento. Era un amore.
    Si sentiva come il protagonista di una favola quando è lì, in presenza della creatura tanto bramata e temuta e lasciò che gli girasse attorno mentre ogni singola parte di sé gli gridava di toccarlo, di baciarlo, di dirgli che lo amava e lo voleva e che era impaziente.
    Restò lì ad aspettare, a farsi guardare, approfittando del fatto che, a sua volta, potesse guardare quanto bello fosse Egon e quanto sexy potesse risultare vestito in quel modo.
    Chissà com’era vestito da pompiere.
    Era un cliché? Ovvio. Ma non sarebbe stato un pompiere qualunque. Sarebbe stato Egon ed Egon era come la ciliegina rossa e lucida sulla torta di panna e fragole. Unico.
    Glielo avevano sicuramente detti in tanti che era magnifico, chissà quanti ragazzi e ragazze con cui era stato avevano detto ad Egon che era bello come il sole ma ciò che gli altri forse non gli avevano detto era la carica erotica che emanava da ogni singolo poro o cellula..
    La mano non aveva ancora fatto in tempo a posarsi che Aris aveva già socchiuso gli occhi e al tocco aveva dischiuso le labbra.
    Un fremito al basso ventre lo scosso quando la mano si fece audace e lo strinse e un gemito lo lasciò alla pacca.
    Era come vedere tutto nella propria mente a fotogrammi.
    Aaah..
    Sospirò piano.
    Improvvisamente non esistevano più mani, sospiri, respiri e gemiti, erano come due coscienze pure, come due masse di energia instabile che venivano a contatto e quella di Aris era arrivata ad un punto critico di non ritorno.
    Era rimasto con il fiato sospeso ed era immobile seppur tutti i suoi muscoli e ogni sua cellula bramasse un contatto con Egon… lo amava dal più profondo del cuore e benchè fosse rimasto lì, tranquillo, in estesasi con lo sguardo in adorazione, era lì pronto a saltargli addosso.
    Lo voleva, lo amava, lo desiderava come l’acqua in una giornata arida e soleggiata e quando lo abbracciò in quel modo così dolce e deciso si sciolse tra le sue braccia.
    Ti piaccio davvero?
    Era una domanda ricorrente tra quelle di Aris ma non era un modo di metterlo alla prova, bensì una dimostrazione di insicurezza nei propri confronti. Era come se una top model avesse detto ad una ragazza qualunque, normalissima, magari pure struccata e in tuta da ginnastica di ritorno dalla palestra che era bellissima.. difficile a crederci eh?
    Ma Aris si sentiva così, si sentiva un privilegiato felicemente contento di essere schiacciato dalla bellezza del suo ragazzo.
    Tu sei una meravigli…aaah.. ah…
    Com’era possibile che un gesto tanto semplice come quello di dare un bacio ad un orecchio o di succhiarlo leggermente potesse procurare così tanto piacere? Come poteva essere? Era.. come se tutti i nervi del corpo fossero stati concentrati lì.
    Improvvisamente gli vennero le gambe molli e non cedette tirandosi dietro Egon solo perché s’impose che quello era solo l’inizio e visto che la sua fantasia si stava avverando, avrebbe fatto di tutto per rimanere in gioco.
    Si lasciò accarezzare e toccare, vibrando sotto la sua pelle, eccitato come un drogato sotto cocaina e, a sua volta, iniziò ad accarezzare piano il corpo di Egon, i fianchi, il bacino, il torace, tastandolo quasi con riverenza e accarezzandolo con delicatezza come se di fatto avesse quasi paura di romperlo, come se, al posto di Egon, ci fosse stata una statua in sottilissimo cristallo.
    Sospirò piano, di piacere, perché con la mente era già proiettato a quando avrebbe rivisto Egon privo di vestiti, totalmente spoglio o quasi, pregustando nuovamente il sapore del moro.
    In tutto quello l’erezione del rosso premeva dolorosamente contro la stoffa rigida e ruvida dei jeans che, quasi per un atto sadico da parte di chi l’aveva confezionata, era priva di ogni sorta di elasticizzazione. Quello era jeans puro che non si sarebbe allargato e/o deformato nemmeno sotto tortura.. sembrava tanto una cintura di castità o quasi.
    Lo baciò a sua volta, mostrandogli il collo in segno di richiesta di averne degli altri e quando gli fece quella proposta, Aris annuì un secondo per poi prenderlo per mano.
    Voleva.. voleva trovare un posto che fosse eccitante e non convenzionale, che fosse comodo e allo stesso tempo funzionale. Per provare a fare l’amore sul lampadario ce ne sarebbe stato di tempo!
    Così… pensando che forse quella notte si sarebbero spinti un po’ più in là rispetto al solito e che comunque era meglio se fossero stati in un posto comodo, optò per il classico letto.
    Sì, forse una scelta un po’ banalotta, ma l’importante era il luogo sì, ma anche come renderlo speciale.
    Senza contare che tra palestra, punti, il fatto che Aris non aveva ben chiaro come funzionassero le cose, preferiva stare su una superficie morbida.
    Venga con me agente..
    E sì, si era calato totalmente nella parte perchè così facendo, rimanendo sempre Aris, ma nei panni di qualcun altro, era più facile muoversi con disinvoltura. Il perché? Un mistero.
    Così lo prese per mano, salendo le scale, stando appositamente a qualche gradino, uno o due, più su di Egon per fargli vedere meglio il posteriore già in mostra strizzato com’era in quei pantaloncini aderentissimi.
    Giunti al piano di sopra Aris lo baciò a lungo, un bacio di quelli intensi, profondi, andando a cercare la lingua del moro per poterci giocare, accarezzandogli piano le labbra e poi i denti, chiedendo il permesso silenzioso di poter continuare quel bacio.
    E quando dovette staccarsi, mai sazio del sapore del moro di nicotina e caffè, quando dovette staccarsi per mancanza d’aria lo guardò arricciando il naso, come a volergli fare una smorfia tenera e lasciò la sua mano. Si avvicinò ancheggiando un po’, niente di eccessivo o di volgare ma quel tanto che bastava per poter attirare e focalizzare l’attenzione del moro sui punti che voleva, verso il letto. Ci salì sopra inginocchiandosi in modo tale da tenere Egon sempre di fronte ma da fare in modo che le gambe dietro restassero larghe, poggiando con il sedere direttamente sul letto e non sui talloni.
    Vuole salire sulla mia barca…? Per farlo però.. mi deve dare qualcosa in cambio..
     
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  15. -PruX!
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    Esistevano cose nella vita...che potevano essere comprese,altre invece..finivano sempre col rimanere confuse e dar fastidio;esistevano momenti nella vita..in cui si sapeva perfettamente cosa fare,altri invece..rimanevano in dubbio per anni,forse secoli...e salivano a galla proprio nei momenti in cui..dovevano starsene zitti e buoni.
    Egon viveva da sempre il tipico momento 'offline',mangiava aria e fissava il rosso senza aver il coraggio di farsi avanti,di stringerlo tra le braccia e strizzarlo come un pomodoro maturo.
    Lo guardava,si scioglieva dietro alla sua forma fisica eccezionale,dietro a quei due occhioni languidi e senza espressione,quelle labbra spuntate dalla timidezza che sembravano supplicarlo per un altro bacio.
    I gemiti caldi e carichi di trasporto si spinsero fuori dalle sue labbra,e fu..più che piacevole sentirsi fautore di tutto quel bollire di fremiti ed impazienza.
    Fare parte di quel gioco di ruolo poi,fu come giocare alla roulette russa.
    Il corpo di Egon ormai..tremava senza potersi fermare,giocava d'intuito ovviamente...e questo non gli era proprio d'aiuto.
    Mantenersi lucidi in quei momenti...era fondamentale,come lo era evitare di toccare oggetti collegati alla corrente...mentre si hanno i piedi o le mani bagnate,insomma.
    Ma quale grandiosissimo mostro..avrebbe mai trovato la forza di...viaggiare da stabile mentre il proprio corpo veniva spinto sempre di più verso la follia carnale?!
    Nessuno,ecco il punto.
    Quando poi il più tenero tocco faceva bollire il rosso,ogni scusa era buona per testarlo...e bearsi di quei gemiti allungati.
    Oh..quant'era stimolante sentirlo parte di quella magia,quant'era favoloso ansimarsi contro,sentire il proprio respiro farsi irregolare e persino le voci cambiare tono,abbassandosi...mescolandosi ai battiti del cuore.
    Si..mi piaci da impazzire!
    Rispose mordendogli piano le labbra,mentre si palesava sempre più il suo piccolo disagio,il non piacersi.
    Per molti motivi..poteva davvero avere qualche particolare pensieruccio che lo portava irrimediabilmente a cercare sempre conferma,a sentirsi...stranamente non amabile.
    Egon lo strizzò in un piccolo abbraccio,prima che Aris prendesse il comando ed iniziasse quasi ad annusare il territorio.
    Quando poi il moro lo vide calarsi perfettamente nella parte,sorrise malizioso e lo seguì osservando con smania ed ansia il suo modo di camminare e le perfette curve dei fianchi.
    La seguo...sottufficiale?
    Disse cercando di vestire bene i panni del poliziotto...erotico si,perchè..era già un poliziotto..ma se avesse interpretato se stesso,il rosso e il marinaio si sarebbero sdoppiati..per fuggire all'unisono.
    Dove mi porta?
    Chiese...mentre la scalata verso camera da letto si palesava sotto ai suoi occhi.
    Sebbene fosse una normalissima stanza,in quel momento poteva apparire come la zona timone di una grande nave,ancorata nel nulla e libera di solcare il mare della passione.
    Egon lo seguì in silenzio,inumidendosi le labbra di tanto in tanto,e non perse tempo..calandosi con gli occhi sulle sue natiche prominenti e ben serrate dal pantaloncino inguinale...impietoso.
    Aveva un sedere da far venire i brividi,sodo...fresco,giovane...e quel lembo di stoffa tanto striminzito...che comunque non lasciava spazio all'immaginazione,risultava allo stesso modo...perfettamente adatto alla situazione.
    Insomma..se avesse avuto su una tunica di quelle in stile sumeri,si sarebbe eccitato dopo trenta secoli.
    Il bacio che scambiarono fu molto acceso e vibrante;la sicurezza del rosso,mai vista prima,traspariva come un fiore in pieno balcone,forse...merito del travestimento...ma..l'esito fu che,quel bacio..in quel bacio,piuttosto che scambiarsi umori e sapori,scambiarono soffi di fuoco e sussurri incendiati.
    Non voleva finisse mai,e quando provò a stringerlo a se,Aris si slacciò dalla magia e prese posto sul lettone.
    Quando Aris si inginocchio sul letto,quasi istintivamente Egon tese in avanti le braccia,ma le portò a se subito dopo la proposta del rosso;cosa voleva in cambio? Quanto costava un viaggio sulla sua nave?
    Oh,comprendo....e...cosa sarebbe questo...qualcosa?
    Disse il poliziotto rimanendo in gioco mentre già accarezzava i bordi del letto con due dita.
    Dannazione,quel gioco era a doppia lama,eccitante ed intrigante allo stesso tempo.
    Sa per certo che...se non mi piacerà la sua barca,le confischerò il collo riempendolo di succhiotti,vero?


    So che questo post fa parecchio schifo...ma il micio è volato via..e sto come una cacchina sciolta...
     
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29 replies since 13/8/2013, 23:37   232 views
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