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Arthur Friedrich Schopenhauer

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  1. ¬Songen
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    Nome: Arthur Friedrich
    Cognome: Schopenhauer
    Soprannome: si fa chiamare "filosofo"
    Appartenenza (banda): Lupi
    Professione: studente modello, è il più brillante e diligente nel corso di lettere e filosofia che segue all'istituto. Per ottenere punti extra, a volte partecipa al corso di tiro con l'arco, per cui sembra avere una particolare predisposizione fisica. Tuttavia, la filosofia resta l'oggetto chiave della sua istruzione insieme alla letteratura, visto che vuole fare lo scrittore in futuro.
    Descrizione fisica: alto più o meno 170 centimetri, è un ragazzo dal corpo esile e asciutto, ma è atletico al tempo stesso grazie alla ferrea disciplina che la sua famiglia gli ha imposto sin in tenera età e soprattutto grazie al fatto che pratica dello sport. Esattamente come sua madre ha una pelle dalla tonalità chiara, quasi pallida come la luce della luna nel cuore della notte. Gli occhi sono di un blu profondo, come le oscure profondità dell'immenso mare o addirittura dell'oceano stesso. Chiunque li guarda, ha infatti l'impressione di vedere il vasto mare o l'immenso oceano e finisce irrimediabilmente per essere catturato e mai più rilasciato. Ciò che impedisce di lasciare il suo sguardo, è l'espressione così misteriosa, solitaria e custode di chissà quali segreti della sua anima. Come suo padre ha i capelli né troppo lunghi, né troppo corti. Sono di un colore nero, che tende al blu ed è esattamente della stessa tonalità dei suoi occhi. Avendo problemi di vista sin dalla nascita, porta un paio di occhiali dalla montatura fine, elaborata con grande cura. è di colore nero e le lenti sono graduate, così da eliminare o almeno alleviare questo suo unico difetto. Per quanto riguarda l'abbigliamento, è solito indossare una camicia bianca con un gilet sopra oppure direttamente incorporato di colore nero oppure blu scuro, pantaloni scuri e scarpe ovviamente adatte allo stile da "signorino dell'alta società" o qualcosa del genere. Altre volte indossa una polo, un paio di jeans e delle comode scarpe da ginnastica. Quest'ultimo abbigliamento così informale e "normale" è solito usarlo quando sgattaiola di nascosto da casa per girare in città senza il suo maggiordomo, che lo tiene praticamente d'occhio dalla mattina alla sera.
    Età: (se mostra più anni, indicatelo chiaramente!) 16 anni
    Descrizione psicologica: appartenendo a una famiglia prestigiosa e di alto rango sociale, ha ricevuto una eccellente educazione grazie ai maestri e ai tutori privati che lo hanno seguito durante la sua crescita e che ancora adesso continuano a seguire, anche se non più con la costanza di prima, visto che è ormai dotato di una vasta cultura grazie al suo innato interesse a studiare da solo ogni cosa e ogni singolo libro che ha fra le mani. Dotato quindi di buone maniere, è considerato come una sorta di principe azzurro ed è molto ricercato dalle ragazze. Tuttavia, è un etichetta che non gli si addice per niente. Esattamente come ogni fanciullo che appartiene a una famiglia economicamente agiata, è un ragazzo molto ma molto viziato. Ogni cosa che vuole, la ottiene senza troppi problemi a prescindere se è un oggetto o una persona. è superbo fino al midollo osseo, tanto è vero che considera la sua "razza" superiore a tutte le altre, che sono invece inferiori, e i Puma sono per lui dei patetici e stupidi perdenti senza nessuna speranza di progredire o di redimersi da chissà quale colpa. Essendo molto orgoglioso, si ostina peggio di un mulo e non torna mai sui suoi passi. Quando sbaglia, non lo ammette mai e pensa di essere sempre nella ragione e mai nel torto. Essendo molto intelligente, è un astuto stratega e, se gli fai un torto, si vendica in modo molto ma molto pesante, a volte è persino intriso di sadicità e di perfidia allo stato puro. Infatti può capitare che punti all'umiliazione della persona e alla sua allontananza dalla società, fino a farla emarginare completamente. Tuttavia, non è così cattivo come sembra. Ciò che è stato detto fino ad ora, è la descrizione di una maschera che si è creato per essere accettato nel suo clan e in particolare nella sua famiglia e conoscenze di quest'ultima. In realtà è un essere infelice e non è soddisfatto per niente della sua vita, che la considera così vuota ed effimera. Non è soddisfatto nemmeno della propria persona, che considera davvero orribile e non meritevole di avere qualcuno accanto come amico o come amante. Chi riesce e impara a conoscerlo, scopre che la sua è un'anima così spaventata e disorientata. è pieno di dubbi e di incertezze su qualunque cosa, ma è soprattutto uno spirito solitario, indifferente e freddo sotto certi aspetti. Anche se cerca di mostrarsi per ciò che è, non ci riesce mai e finisce per allontanare tutti quanti senza volerlo veramente. Se dice per esempio "vattene lurido porco", nella sua mente pensa all'esatto contrario e cioè "per favore, resta e non andare via". Se qualcuno riesce ad arrivare al suo cuore, scopre l'animo di un ragazzo che ha bisogno di essere amato e di amare a sua volta. Se imparerà ad amare, sarà in grado di abbandonare ogni certezza e ogni timore e forse mostrerà un lato che nemmeno quello conosce ovvero il suo lato romantico, sentimentale e persino timido sotto certi aspetti.
    Storia: Arthur Friedrich Schopenhauer nacque da una relazione extraconiugale, nonostante sua madre avesse cercato più volte di far sopraggiungere un aborto spontaneo o almeno voleva farlo passare per tale. Ciò non avvenne, perché ricevette delle vere e proprie minacce da parte della sua famiglia. Se non avesse fatto ciò che volevano loro, qualcosa di spiacevole sarebbe accaduto a due persone che lei tanto amava: suo marito, ovvero l'uomo che aveva sposato contro il volere della sua famiglia nonché membro del clan Puma con la quale c'erano dei contrasti in quel periodo, e il figlio che aveva avuto con lui (Xavier Wright). Per amore, la donna fu costretta a subire senza fiatare e, quando quel giorno lasciò definitivamente suo marito e suo figlio, si sposò con il maggior esponente della famiglia Schopenhauer, nonché padre del piccolo Arthur. Quest'ultimo aveva solo quattro anni, quando finalmente la mamma decise di vivere con lui e con il suo papà. Era felice all'idea di stare con la sua mamma e con il suo papà, ma le cose non andavano come lui sperava. Suo padre era un uomo sposato con il suo lavoro. Era sempre fuori e non stava mai a casa. Quelle poche volte che c'era, sembrava comunque assente. Non dedicava mai del tempo a lui, visto che era sempre impegnato con il lavoro e la gestione del patrimonio familiare. Lo vedeva così distante, quindi faceva affidamento sulla madre ma ahimè anche lei era distante come suo padre. Nonostante stesse in casa tutto il giorno, non dedicava mai un minuto a lui. Se ne stava sempre chiusa nella sua stanza oppure nel giardino. Se lui la raggiungeva, lei inventava una scusa e lui restava solo. Ai suoi occhi la sua famiglia era sempre sembrata normale e come tutte le altre, ma in cuor suo sapeva che c'era qualcosa di strano. Sembrava solida e gioiosa solo alle feste di gala che si davano nella sua residenza, ma era completamente diversa quando non c'era nessuno in giro a parte i domestici. Era un bambino, quindi non poteva immaginare quali scheletri ci fossero nell'armadio. Ad ogni modo si sentiva rifiutato e non voluto da sua madre, che a volte la sentiva piangere nella sua stanza, ma non ne capiva il motivo. Sapeva solo che pronunciava sempre un nome, seguito da un "figlio mio" oppure "amore mio". Spesso sentiva la parola "perdonatemi". Arthur crebbe in un posto freddo e desolato, in una soffocante e straziante solitudine. Non aveva amici e nessuno con cui parlare, così si chiuse in sé stesso e si concentrò sugli studi, sullo sport e su ogni altra attività che lo distraesse dai suoi pensieri e desse un senso alla sua vuota esistenza. Sin da bambino mostrò interesse per la musica, così i suoi genitori lo affidarono a un maestro privato. Imparò a suonare egregiamente il violino, strumento che ancora oggi utilizza nel tempo libero per dare voce a quel vuoto che sente dentro di sé o semplicemente per spezzare quell'oppressivo silenzio dentro le mura domestiche. A parte la musica mostrò un incredibile amore e rispetto verso la natura, ma cosa ancora più strabiliante fu la sua complicità con un animale in particolare: il cavallo. E fu così che gli fu dato anche un maestro di equitazione e imparò ad andare a cavallo, considerato oggi come un mezzo che utilizza quando vuole sentirsi libero e vuole evadere dalla sua prigione. Come si può vedere, ogni cosa che suscitava in lui l'interesse, questa gli veniva data. Era così che i suoi genitori gli davano amore e forse così cercavano di colmare quel vuoto da loro stesso creato e di cui sembravano non conoscerne l'esistenza o forse non se ne fregavano poi più di tanto. Arrivato a una certa età, fu fatto il suo debutto nell'alta società. Fu data una festa di tutto rispetto nell'immensa residenza della sua famiglia. Parteciparono in molti. Era una vera e propria festa tipica dell'alta società e, nonostante l'atmosfera così altolocata, Arthur non sembrava per niente felice. Era tutt'altro che felice. Vedeva quella festa come un ennesimo pavoneggiare di suo padre e di sua madre, così ipocriti e falsi. Stanco di vedere tutta quella falsità, se ne andò sul terrazzo a suonare il violino. Era una melodia così triste, che esprimeva come si sentiva dentro. Quando ebbe finito, si accorse che qualcuno lo aveva ascoltato tutto il tempo. Si trattava di Demetrio Keller, il capo dei Lupi. Aveva preso parte alla festa insieme a Elai e Leila. Avendo notato il festeggiato allontanarsi, lo aveva seguito e aveva ascoltato ciò che stava suonando. Nonostante cercasse di allontanarlo, Arthur ebbe un dialogo con lui. Demetrio gli ispirò fiducia, così lui si aprì un po' e confessò quanto si sentisse solo e inutile in questo mondo. Quel semplice dialogo fu più utile di quanto si potesse immaginare perché fu una frase di Demetrio a fargli aprire gli occhi per la prima volta: "nessuno è solo in questo mondo. Tutti nascono con uno scopo e sono sicuro che anche tu sei qui per un motivo". Quando restò solo, osservò attraverso l'ampia vetrata Demetrio insieme ad alcuni membri dei Lupi. Sembravano così uniti. C'era una strana complicità. Ai suoi occhi sembravano una famiglia. Ecco cosa lui cercava da sempre: una famiglia unita, dove nessuno viene mai lasciato da solo. Aveva sempre avuto dentro di sé uno strano istinto di appartenenza, ma non era mai riuscito a inseguirlo. Tuttavia, quella sera era così forte e sembrava dirgli "vai da loro. Sono loro la tua vera famiglia". Fu allora che capì cosa volesse veramente, così raggiunse Demetrio e i suoi e trascorse il resto della serata in loro compagnia. Lentamente si integrò nel gruppo, fino a diventare un Lupo a tutti gli effetti e non perché apparteneva a una famiglia prestigiosa.
    Allineamento: neutrale
    Orientamento sessuale: omosessuale (uke)
    Segni particolari: è solito portare al collo un ciondolo con la foto della sua famiglia (l'unica in cui è insieme ai suoi genitori e sorridono tutti e tre), un orologio a cipolla con lo stemma della famiglia di suo padre (un lupo che ulula alla luna) e un bracciale con lo stemma della famiglia di sua madre (l'orma di un lupo impreziosita con le incisioni di un fiore della luna).

    In breve..
    PARENTELE:-NOME
    -NOME
    AMICI:-NOME
    -NOME
    NEMICI:-NOME
    -NOME
    CONOSCENTI:-NOME
    -NOME
    STORIE SERIE:-NOME
    AVVENTURE DI UNA NOTTE:-NOME
    -NOME
    FLIRTS:-NOME
    -NOME
     


    Edited by ¬Songen - 20/3/2013, 15:39
     
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  2. ‡ Ombra lunare ‡
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1 replies since 19/3/2013, 22:43   70 views
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